Non profit

Il 79,5% dei giovani promuove il “Servizio Civile Universale”

Lo rivela l'indagine Rapporto Giovani dell'Istituto Toniolo condotta in collaborazione con l'Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo, su un campione di 1.783 persone tra i 19 e i 30 anni

di Redazione

Il 79,5% dei giovani italiani considera favorevolmente il “Servizio civile universale” che il Governo sta attivando. Pur essendo attualmente poco conosciuto (meno del 10% lo conosce bene e il 35% ne ha sentito vagamente parlare), possiede caratteristiche che la grande maggioranza dei giovani considera utili e importanti: consente infatti allo stesso tempo di esprimere valori di solidarietà e arricchisce il proprio saper essere e fare con competenze spendibili anche nel mondo del lavoro (aspetto cruciale per il 95% degli intervistati).

L’80% dei giovani del Centro-Sud lo consiglierebbe senz’altro ad un coetaneo (la percentuale si abbassa di 12 punti percentuali nel Nord). Differenze simili emergono per genere: 80% per le femmine e 70% per i maschi.

La maggioranza è disponibile a prenderlo personalmente in considerazione. I più disponibili sono le donne, chi risiede al Sud e gli under 25. In ogni caso chi si dice assolutamente non interessato è solo una stretta minoranza degli intervistati (11% al Nord, 4% al Centro e 3% al Sud).

È questo il pensiero giovanile sulla partecipazione sociale intercettato dall’indagine del Rapporto Giovani promossa dall'Istituto Giuseppe Toniolo in collaborazione con l'Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo, condotta su un campione di 1.783 persone rappresentativa su scala nazionale dei giovani tra i 19 e i 30 anni che viene presentata oggi presso la Sala Stampa di Palazzo Chigi.

L’impressione è che in Italia ci sia una ampia domanda di partecipazione sociale dei giovani che non ha finora trovato adeguati strumenti di valorizzazione. I dati della ricerca del “Rapporto giovani” condotta a fine 2014 confermano ulteriormente questa impressione arricchendo ulteriormente il quadro in relazione anche alle nuove proposte del Governo, in particolare al “Servizio civile universale”.

In tale contesto l’80,4% dei giovani italiani dichiara di essere “molto” o “abbastanza” d’accordo sul fatto che per tutti i giovani sia utile fare un’esperienza di impegno civico e sociale a favore della propria comunità, anche senza compenso in denaro. Solo una parte limitata di giovani, però è impegnata o ha svolto un’esperienza di servizio civile (11,7%) e circa la metà dei giovani (50,2%) non ha mai svolto attività di nessun tipo in ambito sociale.

Gli aspetti considerati più importanti per un’esperienza di questo tipo sono prima di tutto quello di “aiutare i giovani a crescere come persone” (96% concordano “molto” o “abbastanza” con questa affermazione) seguito dall’”arricchire le competenze utili per la vita sociale e lavorativa” (95%) e dall’incentivare la formazione di “cittadini attivi e intraprendenti” (94.3%). Molto alti, pur venendo dopo, sono anche gli aspetti più rivolti alle ricadute positive della propria azione verso gli altri (“esprimere valori di solidarietà” e “rafforzare il senso di comunità”, rispettivamente al 93.9 e al 92.0%). La remunerazione non è l’aspetto più importante (anche se raggiunge una percentuale comunque piuttosto elevata.)

Il valore dell’impegno civico e sociale è maggiormente riconosciuto dalle donne e nell’Italia centrale. Le differenze emergono soprattutto quando ci si focalizza su chi risponde “molto”. In tal caso i primi tre aspetti apprezzati nelle diverse ripartizioni geografiche risultano essere: al NORD l’aiutare a crescere come persone (59,0%), al CENTRO lo stimolare a diventare cittadini attivi e intraprendenti (64,5%) al SUD, l’essere anche un’occasione per arricchire conoscenze e competenze utili per la vita sociale e lavorativa (65,1%).

L’aspetto di utilità per il lavoro tende quindi ad essere maggiormente sentita nel Mezzogiorno. In ogni caso, anche nel Sud dove le condizioni di lavoro e di reddito sono più penalizzanti, chi considera molto importante avere una remunerazione è la minoranza.
 

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