Non profit
Il 75% degli italiani non fa beneficenza
Ricerca ISPO sugli Italiani e le donazioni alle Associazioni Non Profit
di AiBi
Da una ricerca condotta dall’ISPO per conto del RINA e presentata il 4 febbraio 2002 a Milano nel corso del convegno “Trasparenza e qualità del non profit: il caso Amici dei Bambini”, su un campione di 5.125 persone, rappresentativo della popolazione italiana adulta, è emerso che il 75% degli intervistati non ha effettuato nessuna donazione negli ultimi tre anni.
Di questi, il 25% dichiara come motivazione la mancanza di trasparenza sull’impiego del denaro raccolto; il 24% risponde che “non ci ha mai pensato, o comunque, non si è presentata l’occasione”. Mentre per l’11% degli intervistati la responsabilità è della associazioni stesse che “prima chiedono soldi, e poi non danno notizia sui progetti per i quali si è donato il denaro”.
Riguardo al profilo dei donatori, l’indagine ha rilevato che le donne sono più propense a fare beneficenza rispetto agli uomini (26% contro il 22%). Relativamente all’età, la prevalenza dei donatori ha una età compresa tra i 50 e i 59 anni (33%); mentre il 28% si colloca tra i 30 e i 49 anni. La sensibilità e l’attenzione verso le associazioni non profit aumenta con l’età, ma anche con il grado di istruzione (il 42% dei laureati ha effettuato donazioni). Anche la zona di residenza ha una sua rilevanza, infatti, il 33% dei residenti nel Nord Est ha effettuato donazioni.
La parte della ricerca dedicata alla tipologia di associazioni non profit alle quali vengono destinate le donazioni, ha messo in evidenza che sono le associazioni per la ricerca sul cancro le principali destinatarie dei contributi effettuati nel corso dell’ultimo anno (33%); al secondo posto (19%) sono le associazioni per l’aiuto ai bambini e le associazioni aderenti al progetto Telethon. Mentre, solo il 4% del campione ha effettuato una donazione a favore di una associazione per la difesa dei diritti umani.
Tra i canali di conoscenza delle associazioni non profit alle quali sono state erogate donazioni nell’ultimo anno spicca il “tam tam” tra parenti, amici e conoscenti (47%), mentre il 41% del campione è venuto a conoscenza dell’associazione non profit alla quale ha versato il suo contributo attraverso la televisione. Il 34% del campione ha deciso di effettuare una donazione a favore di una associazione, in seguito all’invio di materiale per posta. Sorprendente è risultato il dato relativo ad Internet. Infatti solo lo 0,4% del campione è venuto a conoscenza dell’ associazione non profit alla quale ha versato il suo contributo attraverso Internet.
La ricerca condotta dall’Ispo ha preso in esame anche il fenomeno delle adozioni di bambini a distanza. Il 14% di coloro che hanno effettuato donazioni nell’ultimo anno ha risposto che ha in corso una adozione a distanza, il 74% sa di cosa si tratta , ma non ha mai avviato una adozione. Il 10 % ha risposto che ne ha sentito parlare, ma non sa esattamente di cosa si tratta, mentre il restante 2% non ha mai sentito parlare di adozione a distanza.
I risultati della ricerca – ha commentato Domenico Andreis, Direttore Divisione Certificazione e Servizi industriali del RINA – mettono in evidenza come la trasparenza sia elemento cruciale per lo sviluppo del settore non profit in Italia. In questa direzione, la certificazione di qualità – continua Andreis – può rappresentare uno strumento di garanzia sia verso coloro che donano sia verso i beneficiari della donazione, dando così un importante contributo allo sviluppo sociale del nostro paese.
“Le indicazioni che provengono dalla ricerca dell’ISPO confermano che la crescita del III settore nel nostro paese – ha commentato Carlo Mazzini, Responsabile Area Non Profit Ernst & Young – non può prescindere dalla trasformazione del modo di presentarsi alla società. E’ necessario che le organizzazioni del III Settore escano da una logica Autoreferenziale – continua Mazzini – che le hanno portate finora a comunicare con poca efficacia la propria azione sociale. Il fatto che le forme di maggior successo di raccolta fondi siano quelle legate al media televisivo e al passaparola, testimonia una collocazione del fenomeno della donazione agli estremi della comunicazione, dal mezzo generalista per eccellenza che tutto dice ma nulla approfondisce alla conoscenza diretta o per interposta persona dei donatori.
Marco Griffini, Presidente di Amici dei Bambini, ha commentato: “È sempre più evidente la solidarietà degli italiani oggi si muove solo come risposta alle situazioni di emergenza, è la solidarietà “delle bombe”, degli uragani e dei terremoti: è una solidarietà che si compie attraverso donazioni “una tantum”, senza alcuna continuità.
Perciò enti e Associazioni non profit, solo attraverso politiche trasparenti e progetti di qualità potranno instaurare con i propri sostenitori il rapporto di fiducia; noi del Terzo Settore dobbiamo fare in modo che i sostenitori divengano attori della propria solidarietà, perché in prima persona siano coinvolti nei progetti che sostengono”.
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