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Il 5 per mille? preparatevi, parte da maggio

Fisco. In dirittura d’arrivo i decreti attuativi

di Benedetta Verrini

Il 5 per mille diventa realtà. Già dalla prossima denuncia dei redditi, gli italiani potranno scegliere di devolvere questa percentuale dell?imposta alle organizzazioni non profit. Un indizio arriva dal recentissimo decreto legge 273 ?milleproroghe?, attualmente in via di conversione, che ha specificato come la disposizione riferita al 5 per mille dovrà applicarsi «al periodo di imposta 2005». La conferma, poi, giunge dal professor Luca Antonini, ordinario di Diritto costituzionale all?università di Padova, che sta collaborando con il ministero dell?Economia per la stesura dei decreti attuativi («un dpcm che sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri presumibilmente prima della fine di questo mese», dice). Ma come funzionerà, insomma, il 5 per mille? «La filosofia sposata al ministero è quella di lasciare al cittadino la più totale libertà nella devoluzione», spiega Antonini. «è passato il criterio, insomma, che ciascuno di noi è perfettamente in grado di scegliere l?organizzazione o la realtà che gli dà maggior fiducia, valutandone l?efficienza e la serietà». Ciò si traduce, in fase di compilazione della denuncia dei redditi, nella possibilità di indicare direttamente il codice fiscale dell?ente che si intende sostenere. «In dichiarazione ci sarà una doppia casella», chiarisce il professore. «La prima in cui indicare la categoria preferita (la Finanziaria ne indica quattro: onlus e non profit; ricerca scientifica e università; ricerca sanitaria; attività sociali svolte dal Comune di residenza, ndr), la seconda dove si daranno i riferimenti del soggetto specifico prescelto». La platea di destinatari La macro-categoria del non profit, lo ricordiamo, elenca il volontariato e le altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale di cui all?art. 10 della legge 460, «nonché le associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale, regionali e provinciali» previsti dall?art. 7, commi 1, 2, 3 e 4, della legge 383, e le associazioni e fondazioni riconosciute che operano nei settori di cui all?art. 10, comma 1, lettera a), sempre della 460. Per le università, i soggetti destinatari saranno le università elencate dal Miur; per gli ambiti della ricerca scientifica e sanitaria saranno invece dei decreti Miur-ministero della Salute a definire i soggetti interessati, «che presumibilmente saranno pubblici», spiega Antonini, «dal momento che le realtà non profit che operano nel campo della ricerca scientifica già rientrano nella prima categoria». Per quanto riguarda la devoluzione alle attività sociali svolte dal Comune, infine, farà testo il domicilio fiscale del contribuente. Ma quanto il 5 per mille ?costerà?, in termini di mancato gettito, allo Stato? «è stato calcolato che se il 41% degli italiani esprimerà questa opzione, saranno devoluti circa 270 milioni di euro. Chiaramente non si tratta di una perdita, ma di un investimento dello Stato su settori assolutamente strategici». Il meccanismo è stato totalmente deburocratizzato: prima di incassare i soldi, l?ente dovrà presentare un?autocertificazione che comprova il possesso dei requisiti (onlus, promozione sociale, ecc.) previsti dalla legge. «Questo sistema responsabilizza tutti», prosegue Antonini. «Il cittadino, cui è demandata la scelta, e anche l?ente destinatario, che deve rispettare gli impegni dichiarati. I contenuti dell?autocertificazione, peraltro, hanno rilevanza penale». Dal prossimo mese di maggio, insomma, comincia la svolta verso una piena sussidiarietà, nel sistema di welfare italiano. Peccato, soltanto, che questa piccola grande rivoluzione sia ?sperimentale? e relativa, come dice la Finanziaria, al solo 2006. «Vero», replica Antonini, «ma non dimentichiamo che se funzionerà bene, e se coglierà, come credo, una forte mobilitazione da parte degli enti destinatari, sia onlus che non onlus, che hanno tutto l?interesse a migliorarsi e a essere prescelti, sarà molto, molto difficile toglierla».


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