Non profit

Il 5 per mille mette in movimento l’Italia

Editoriale

di Giuseppe Frangi

Tra le prime cinque associazioni che hanno avuto più firme di contribuenti per il 5 per mille ce ne sono ben due che abbiamo visto in prima linea in Abruzzo. Sono Anpas e Misericordie. È un dato che parla da solo: se qualcuno ha pensato che fosse una buona idea pensare a un 5 per mille edizione speciale per l’Abruzzo, ora deve ricredersi. Già così com’è il 5 per mille è per l’Abruzzo. Le due grandi realtà associative (ma il discorso andrebbe senz’altro allargato alle tantissime altre realtà del non profit che si sono mobilitate) hanno portato sul fronte dell’emergenza quasi 3mila volontari, perfettamente preparati ad affrontare la situazione. All’inizio della terza settimana garantivano ancora presenze, rispettivamente, di 420 volontari l’Anpas e di 548 le Misericordie. Come si vede non c’è bisogno di inventare niente: il 5 per mille già così com’è si è rivelato una misura preziosa per l’Abruzzo.
Così com’è misura preziosa per mille altri ambiti del sociale in cui l’iniziativa dei cittadini ha saputo costruire risposte ai bisogni, solidali e innovative: questo numero speciale di Vita vuole esserne una documentazione. Non solo. Il 5 per mille ha messo in movimento anche un mondo grande e complesso nelle sue dinamiche democratiche come quello dell’associazionismo, stimolandolo a farsi conoscere, a comunicare e ad aprirsi, per conquistare nuove fette di sostenitori. Anche la discesa in campo di testimonial è cambiata di qualità. Non si tratta più di “pro bono” episodici, ma di vere e proprie “joint venture” che alcuni personaggi di maggiore sensibilità scelgono di fare con un’associazione: nel senso che la mission di quella associazione diventa una dimensione decisiva della loro stessa immagine pubblica. Il 5 per mille sta mettendo in movimento anche altri mondi che sembravano lontani e refrattari per natura alle ragioni del sociale. A Milano l’Ordine dei commercialisti ha deciso che il rapporto con il non profit, e quindi il 5 per mille, sia strategico nell’aggiornamento della stessa professione. E la motivazione non è dettata da ragioni di buon cuore, ma di efficacia. Il 5 per mille infatti permette un migliore rapporto con il cliente-contribuente, che sente il fisco per una volta non solo come “nemico”.
Persino la politica sembrava essersi data una mossa. Dopo aver inventato il 5 per mille, per una buona intuizione di Giulio Tremonti, lo ha lasciato per quattro anni sulla graticola dell’aleatorietà della varie Finanziarie, in balìa dei tempi bizantini dei tecnici delle Entrate. Poi, in questa legislatura, su decisa iniziativa dell’Intergruppo per la sussidiarietà, ha finalmente avviato quello che sembra un iter veloce verso la legge che rende permanente il 5 per mille, come conferma Mario Baldassarri, presidente della commissione Finanze del Senato, nell’intervista in queste pagine. Sul più bello è arrivato poi Tremonti a proporre una casella aggiuntiva a favore dei terremotati dell’Abruzzo. Un provvedimento che se non venisse fermato terremoterebbe lo stesso 5 per mille, togliendo risorse proprio a quelle realtà che si sono rivelate preziose e insostituibili nell’emergenza del sisma. Speriamo davvero che la politica si trattenga da questo ultimo pasticcio.


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