Welfare
Il 1° settembre marcia kurda su Ankara
Previste 500mila persone alla marcia autorizzta, una delegazione anche dall'Italia
di Paul Ricard
Cinquemila autobus già prenotati da tutta la Turchia: secondo il partito di opposizione filokurdo Hadep non è azzardato prevedere una presenza di mezzo milione di persone nella grande marcia su Ankara del 1° settembre intitolata “Mano nella mano per la pace”, paragonata da Mustafa Karayilan del Pkk alla marcia zapatista su Città del Messico. Pare che il governo turco abbia autorizzato la manifestazione, che dovrebbe concludersi nel grande Ippodromo di Ankara, anche se divieti, raid di
polizia e arresti si susseguono contro le sedi locali dell’Hadep e le iniziative di preparazione della marcia in città come Bingol, Batman, Mersin, Hatay, Iskenderun, Diyarbakir. A Istanbul il 27 agosto cinquanta donne sono state arrestate quando la polizia ha caricato un corteo del movimento delle “Madri per la Pace”. Alla manifestazione di Ankara parteciperà anche una delegazione italiana, attualmente ospitata nella città di Van, mentre da Roma e Milano il giorno prima alcuni autobus porteranno italiani e kurdi all’altro grande appuntamento parallelo per la pace del 1° settembre, il Festival 2001 intitolato “La nostra identità, il nostro orgoglio” programmato con dieci gruppi musicali e decine di oratori nel Mungersdorfer Stadion di Colonia, in Germania.
In vista delle due manifestazioni anche i diecimila prigionieri politici kurdi in Turchia hanno avviato un digiuno collettivo dal 15 agosto al 1 settembre, per la pace ma anche per l’amnistia generale, l’abolizione dello stato di emergenza e della pena capitale e per una soluzione della
questione kurda. Lo sciopero della fame è accompagnato da iniziative analoghe dei loro parenti, specialmente delle donne, nelle sedi dell’Hadep in tutto il paese. Il fratello di Abdullah Ocalan, Osman, ha chiesto che una conferenza internazionale di pace, preceduta da incontri nei vari paesi, riunisca con i rappresentanti del popolo kurdo “tutti i governi dei paesi in cui i kurdi risiedono”.
Osman Ocalan si è detto anche preoccupato per la salute di suo fratello, ed ha chiesto il suo trasferimento dall’isola di Imrali. Sulla vicenda l’udienza della Corte per i diritti umani di Strasburgo, prevista per il 31 agosto, è stata spostata alla fine di settembre.
Il presidente dell’Associazione turca per i diritti umani (Ihd) Husnu Ondul ha intanto illustrato in una conferenza stampa i dati sulle violazioni dei diritti nel primo semestre del 2001. A conferma della denuncia di Amnesty International, mentre si riducono (ma restano gravi) i dati sulle
esecuzioni sommarie e le sparizioni, e crollano quelli sui morti in combattimento, crescono fino a 435 le denunce di tortura da parte della polizia, e restano stabili (95 casi) le detenzioni per motivi di opinione. Rimane grave anche la situazione dei prigionieri della sinistra turca e dei loro familiari, ormai giunti all’undicesimo mese di digiuno totale con un bilancio finora di 31 morti per fame.
Mentre la polizia ha circondato il quartiere di Kucuk Armutlu a Istanbul, dove digiunano i parenti dei detenuti e dove per giovedì è attesa una delegazione dall’Italia, a Izmir un gruppi di picchiatori armati di bastoni e accompagnati dalla polizia hanno fatto irruzione ieri nella casa in cui
digiunavano due giovani loro parenti e li hanno portati via, quasi privi di sensi.
Info. per autobus da Roma e Milano per Colonia, tel.: 06.42013576, 329.9604399, 06.57302933
e-mail: ass.azad@libero.it
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