Mondo
Igienizzare il mondo: in Francia una nuova legge impone il pacchetto neutro
In Francia sta per entrare in vigore una legge che impone ai produttori di sigarette di confezionarle in un pacchetto neutro, senza logo, senza marca in primo piano, senza niente. È la fine di un'epoca che, anche tra i non fumatori, su gitanes, camel e lucky strike ha costruito un immaginario mediato da cinema, arte e grandi disegnatori. In nome di una ideologia politically correct che non ha come scopo la tutela della salute
di Marco Dotti
"Dio fuma sigari Havana", cantava Serge Gainsbourg, "vedo le sue nuvole in cielo". E Catherine Deneuve, che con lo accompagnava nella canzone, gli si univa in in coro: "Tu non sei che un fumatore di gitanes, e l'ultima che accendi voglio vederla brillare sul fondo dei miei occhi" (ascoltatela qui, se vi va).
Era il 1980, altri tempi. Nei nostri tempi tristi e con poca autoironia, una canzone così verrebbe censurata alla radiodiffusione. E censurato – anche se già lo fu, ma per altri motivi – sarebbe stato il suo autore, Gainsbourg, che di sigarette ne fumava senza requie.
Dal 2016, però, cambia tutto: addio Gitanes, addio Camel, addio Lucky Strike. Grazie – o a causa, dipende dai punti di vista – alla nuova legge sulla sanità, dal maggio dell'anno prossimo in Francia non si potranno più vedere loghi e disegni sui pacchetti di sigarette.
Dal 20 maggio 2016, infatti, entrerà in vigore il cosiddetto "paquet neutre". Neutro e uniforme, senza più possibilità di distinguere marca da marca. (La marca resterà, ma nascosta da qualche parte, sul fondo o sul retro). A questo provvedimento, se ne aggiungono altri quali il divieto di fumo in auto, se nel veicolo è presente un minore e il divieto di usare sigarette elettroniche sui luoghi di lavoro e nei locali pubblici.
A nulla sono valse le proteste dei tabaccai e la pressione di Big Tobacco: nei giorni scorsi il parlamento ha dato il via libera alla commissione che sta elaborando la riforma. Una riforma attaccata su molti fronti, non ultimo quello di chi vede in alcuni articoli della stessa una criminalizzazione dell'anoressia (torneremo anche su questo punto).
Siamo dinanzi a un cambio di livello. E come ogni cambio di livello, quella che ne consegue – basta ascoltare i presunti decisori politici – è nuova ideologia che, poggiando su problemi reali, mira però a una igienizzazione integrale dell'esistenza, nessuno o nulla possa opporsi, nemmeno quelle che siamo soliti considerare come le lobby più potenti più potenti.
Il Ministro della Salute Marisol Touraine si è dichiarata assolutamente favorevole a questo pacchetto neutro che è già stato sperimentato – pare con buoni risultati, in termini di dissuasione al fumo – in Australia.
La Touraine ha indicato in un documento del governo australiano la pietra su cui intende edificare questo nuovo sistema di restrizione (lo potete leggere qui).
Un altro cavallo di battaglia del Ministro è dato dalle cifre: in Francia, muoiono ogni anni 70mila persone per tumori legati al fumo. Ciò che la Touraine e altri non dicono è che questa insistenza sul legame tra comportamento individuale e insorgere di una malattia trasforma un problema tragico e complesso in un banale gioco delle parti.
Legame che nessuno nega, ma non è esclusivo: entrano infatti in gioco – prepotentemente in gioco – nocività e fattori di inquinamento ambientale che questa logica igienizzante debitamente occultata.
Anche su questo fronte, soprattutto dopo un criticatissimo articolo pubblicato su "Science" da che attribuisce i tumori ai polmoni alla… sfortuna, gli animi si sono particolarmente accesi.
Lo studio di Cristian Tomasetti e Bert Vogelstein, dell’università Johns Hopkins di Baltimora (lo potete leggere qui), ha suscitato l'ira dell'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul cancro, legata all'Organizzazione Mondiale della Sanità, che a Lione, proprio in Francia, ha sede. I problemi, ogni volta che si tocca il tabacco, sembrano aprirsi come in una matrioska: uno include l'altro e non si sa mai dove si va a parare.
Il dibattito è acceso e, come sempre, c'è chi tende a ridurlo a due sole posizioni: chi imputa tutto al fumo di sigarette e chi non imputa nulla alle sigarette. Nel mezzo, rimane la grande questione delle nocività ambientali, che dovrebbe essere dibattuta seriamente, anche sui media.
Sia come sia, dal maggio 2016, a meno di clamorose sorprese, caratteri tipografici, dimensioni, colore e forma dei pacchetti di sigarette dovranno conformarsi a uno standard unico, neutro, che li renderà indistinguibili se non al tabaccaio che li vende.
Spariranno così quelle che – anche per i non fumatori – hanno rappresentato vere e proprie icone di design. Pensiamo al pacchetto delle Lucky Strike, disegnato nel 1940 dal celevre Raymond Loewy, americano di origini francesi. Sparirà il misterioso cammello delle Camel. Misterioso perché nessuno sa chi l'abbia disegnato. Conosciamo per certo – però – la resistenza di questo marchio: dal 1913 sempre uguale.
Spariranno, soprattutto, le Gitanes che dal 1910 – con un restyling nel 1936 – sono diventate l'emblema del fumatore senza rimorsi.
In compenso, i pacchetti neutri non saranno propriamente neutri. Mostreranno infatti immagini di morte: polmoni malati, denti cariati, volti tumefatti. Siamo nel pieno regime di quella che Michel Foucault chiamava "biopolitica": la gestione delle esistenze e dei loro stili di vita è diventato, integralmente, un affare politico. I nuovi meccanismi di controllo passano di qua, da questa sterilizzazione preventiva dell'esistenza. Fumatori o no, c'è poco da stare allegri.
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