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Teenager

Perché sui social le ragazze preferiscono gli influencer uomini?

Il trend emerge da un progetto di ricerca condotto su una platea di giovani nel modenese. Non solo nel mondo digitale le donne guardano più all'universo maschile, ma quando si fanno "influenzare" da personaggi del loro stesso genere queste arrivano quasi esclusivamente dal mondo del beauty

di Stefano Laffi

Chi sono le persone influenti per chi oggi ha fra i 12 e i 18 anni? Vogliamo capirlo insieme a genitori con figli in quell’età, dentro un percorso di formazione nel “Distretto Ceramico” nella bassa modenese in cui vogliamo evitare la trappola di chiedere solo se hanno fatto i compiti, per imparare a dialogare con loro, per scoprire quella prospettiva sul mondo. L’idea che ci guida è che sia utile fra le altre cose avere anche una vaga idea di quali siano i modelli di ruolo e le persone ispirative a quell’età, sapendo che proprio a quell’età si avverte il bisogno di riferimenti diversi dai genitori, che non si guarda la tv o non si leggono i giornali, ma che si compiono scelte importanti, come quelle di studio, di stile di vita, di opinione su ciò che ci succede intorno. Lo chiediamo a loro, il mondo teen, perché solo loro possono dircelo: vogliamo costruire una lista di 30 nomi e sfidarci fra adulti a vedere se conosciamo quali siano i loro “personaggi”, seguiti per esempio su Instagram o TikTok.

Il fatto che la maggior parte dei nomi, ad eccezione del mondo musicale, ci sia poco noto non ci sorprende, troviamo naturale che la curiosità e l’attenzione divergano, alle differenti età. La notizia è un’altra: non compaiono donne. Noi chiediamo a ragazze e ragazzi in egual misura, esploriamo musica, sport, spettacolo e quanto altro possa attrarre l’attenzione, ma i nomi femminili sono pochi, in netta inferiorità nel flusso spontaneo, cioè emergono solo se richiesti. Quindi il primo dato è questo, anche l’universo ispirativo o semplicemente quello più frequentemente sfogliato sugli schermi dei cellulari è popolato in gran parte da maschi. Se si guardano le classifiche nazionali o mondiali delle celebrità per numeri di follower in realtà non mancano le figure femminili, ma le età che noi esploriamo non hanno nel loro radar Chiara Ferragni o Taylor Swift. La scoperta allora è questa, il web non è il luogo del riscatto: il mondo delle professioni e delle opportunità vive certamente un gender gap che ancora sfavorisce l’universo femminile, il suo riflesso in rete non cambia le proporzioni, almeno in questo contesto. 


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È il secondo dato, però, quello che ci mette più in difficoltà. Ad eccezione dell’attrice Zendaya, i nomi più ricorrenti sono tutti parte del mondo del beauty, quindi cosmesi, bellezza, moda. Non compaiono altri ambiti, come sport, musica o videogiochi, cosa che succede fra i coetanei maschi. Sono ragazze molto belle, molto abili a valorizzarsi col trucco, che spiegano come fare, o come vestirsi, ecc. Sono ragazze che un tempo avremmo detto “da copertina’” perfettamente aderenti ad un immaginario di corpi magri e formosi, in posa, che insegnano a chi le guarda a diventare così, non certo ad accettarsi per come si è. Una certa corrispondenza col web la riscontriamo anche nel mondo a tre dimensioni, per esempio la mappa delle frequentazioni urbane nella propria città un po’ conferma questa geografia: nelle ricognizioni dei luoghi più amati svolta in tanti laboratori fatti con gruppi di preadolescenti, la parte maschile nomina campi sportivi, il gelataio, McDonald’s, ecc. la parte femminile condivide il tema del cibo, ma in cima mette Sephora e Zara. 

È un tema aperto, che abbiamo deciso di approfondire nei prossimi mesi. Capiremo meglio con ragazze e ragazzi cosa significa “seguire sui social”, che influenza abbia davvero un influencer, se la cura della bellezza sia più per piacere o piuttosto per piacersi, se il mondo dell’attivismo e dell’impegno civico che oggi è certamente più femminile in adolescenza non abbia altri canali di ispirazione, se il sessismo dei testi di alcuni di quei cantanti “celebri” non risulti fuori luogo e fuori tempo, quali siano gli immaginari dentro i quali si naviga oggi a quell’età. Intanto registriamo una notizia, il passaggio dall’analogico al digitale ha cambiato la trasparenza dei sogni: la generazione dei genitori aveva in adolescenza il poster in camera, la maglietta con l’idolo del momento, la rivista teen con la pagina centrale staccabile dedicata alla celebrità del mese, l’adesivo da mettere sul diario, simboli vari da cucire sulla tracolla, collezioni di dischi che mostravano le passioni musicali. Insomma, si sapeva e si vedeva molto bene cosa faceva sognare, lo si voleva mostrare. Ora, quello scrigno ricchissimo e segreto che è il cellulare custodisce tutto, e al contempo rinnova i riferimenti ad altissima velocità, è la scatola nera di immaginari ancora tutti da scoprire.

Credit foto: Pexels


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