Idee Capitalismo e dintorni
Perché gli educatori sono sottopagati? La risposta è in Arabia Saudita
Come dimostra la New Economic Foundation, più è alto il valore dello Sroi (il ritorno sociale dell’investimento) di una professione, meno essa è remunerata. In fondo alla lista: assistenti agli anziani, educatori professionali, maestri d’asilo, insegnanti. La chiave di questa assurda incongruenza? Il calciomercato dell’Arabia Saudita ci dà la risposta
In un mondo perfetto, potremmo immaginare che le persone siano pagate proporzionalmente al valore sociale del loro lavoro. Ma, come chiunque lavori in una cooperativa sociale sa bene, il mercato del lavoro è diventato un terreno in cui si gioca una partita distorta, dove le regole sembrano scritte al contrario. In realtà, si tratta di una barzelletta macabra: come dimostra la New Economic Foundation con una analisi del 2017, più è alto il valore dello Sroi (il ritorno sociale dell’investimento) di una professione, meno essa è remunerata. In fondo alla lista: assistenti agli anziani, educatori professionali, maestri d’asilo, insegnanti. E la chiave di questa assurda incongruenza?
La remunerazione non dipende dalla legge della domanda dell’offerta, dall’utilità marginale e certamente non dal valore sociale di ciò che facciamo. Dipende da quanto è gonfio il portafoglio di chi paga
Il calciomercato dell’Arabia Saudita ci dà la risposta. La remunerazione non dipende dalla legge della domanda dell’offerta, dall’utilità marginale e certamente non dal valore sociale di ciò che facciamo. Dipende da quanto è gonfio il portafoglio di chi paga. Già potremmo discutere se un social media manager possa avere uno Sroi positivo in generale (io ad esempio ne dubito), ma è esperienza comune che il social media manager del kebab sotto casa è pagato meno del professionista che fa lo stesso mestiere per una multinazionale. Professioni come il consulente finanziario, che sicuramente distruggono valore sociale, non possono che lavorare per chi ha capitale da investire, e infatti fanno un sacco di soldi.
Professioni come il consulente finanziario, che sicuramente distruggono valore sociale, non possono che lavorare per chi ha capitale da investire, e infatti fanno un sacco di soldi
Se il personal trainer di un emiro fa vita da nababbo, l’allenatore di una palestra di via Padova a Milano fatica a pagare l’affitto. Sì certo, a Milano è un problema per tutti, l’affitto intendo, ma il concetto è chiaro. Il calciomercato rende questo meccanismo molto evidente. Nei campionati in cui le squadre devono reggersi sui loro ricavi, i calciatori valgono meno e guadagnano meno, dove ci sono mecenati con petroldollari da buttare, se il nuovo trastullo è il calcio, pagano i campioni cifre impensabili. Proviamo a spiegare il fenomeno.
Il Lusso del Poter Pagare: chi ha denaro decide cosa vale e cosa no. Quindi, se il tuo cliente ha una villa con vista sul mare e un conto in banca nei paradisi fiscali, è probabile che tu riceva una somma sostanziosa, indipendentemente dal valore sociale del lavoro. Per un milionario i prezzi assurdi di Crazy Pizza sono quisquilie. Pagare migliaia di euro un ombrellone non intacca che di zero virgola il conto corrente.
Le Elite e i Loro Giocattoli: la minoranza con redditi a sei zeri o patrimoni milionari vuole distinzione. E la distinzione è un privilegio che costa. Pensiamo agli artisti d’avanguardia, ai designer di moda esoterica e appunto ai campioni del calcio. E in un gioco di domanda e offerta distorto dall’opulenza, i prezzi – e quindi le retribuzioni – possono volare alle stelle.
Il Senso Distorto del Denaro: un prezzo elevato dai detentori del capitale può essere confuso con un alto valore. È una dinamica nota ai marketer. Chi ha denaro da buttare paga somme astronomiche per gingilli inutili, archistar o campioni blasonati semplicemente perché sono costosi, e non necessariamente perché hanno un valore intrinseco. Figurarsi poi un valore sociale.
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Proviamo a girare il telescopio dalle stelle e torniamo a livello suolo: molti dei lavori più vitali, quelli che tengono insieme la società, sono intrappolati in meandri burocratici o dipendono dai capricci del finanziamento pubblico, dalle distorsioni degli appalti al massimo ribasso, degli affidamenti di servizi essenziali al buon cuore delle persone. Le professioni a più alto valore sociale si rivolgono proprio a coloro che non possono remunerare il servizio e allora non resta che appoggiarsi al sostegno dello Stato. Risultato? Retribuzioni orrendamente basse, del tutto slegate dall’enorme valore sociale che apportano.
Sappiamo in ultimo che le professioni ben pagate che apportano valore sociale, dunque gratificanti e insieme remunerative, sono appannaggio di una classe dominante che distribuisce i privilegi e si guarda bene dall’accettare parvenu, se non per cooptazione e solo se proni e asserviti alla narrazione dominante. Gli esempi, caro lettore, li puoi trovare da solo. Il risultato di questa distorsione? Un gran senso di ingiustizia, che ci chiama a cambiare le regole del gioco.
Entrambe le foto da: Pixabay
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