Idee Società

L’affaire “Sangiuliano-Boccia”? Fumo negli occhi. Il Governo si occupi d’altro

Da giorni siamo sommersi da paginate di giornali e siti e da ore di trasmissioni in televisione e radio di un “caso” di cui in realtà non dovrebbe importarci alcunché. Cui prodest?

di Stefano Arduini

Diciamoci la verità. La telenovela Sangiuliano-Boccia non ha alcun peso politico nella nostra vita di cittadini. Se usciamo dalla fiction mediatica in cui siamo immersi da giorni, travolti da paginate di giornali e siti e da ore di trasmissioni in televisione e radio, e apriamo gli occhi è evidente che questa vicenda non segna alcun rischio per la democrazia, per la pubblica sicurezza e non ha (nè ha avuto) alcun peso sulla (bassa) qualità della linea politica di Gennaro Sangiuliano al vertice del Ministero della Cultura. Allo stato dei fatti, questo è. 

Eppure l’eccitazione dei media non accenna a diminuire, a maggior ragione dopo lo “scoop” della Stampa che intervista Maria Rosaria Boccia. Un’eccitazione non corrisposta dal pubblico. Almeno non nelle aspettative. Difficile oggi disegnare un quadro generale sul tasso di pervasività dell’affaire nell’audience generalista. Quello che si può dire fin da subito però è che l’annunciato colpo del TG1 che in prime time col suo direttore Gian Marco Chiocci ha intervistato il lacrimoso Sangiuliano è stato un flop: lo share è stato del 18,58% con un netto di spettatori di 3.211.032 con un calo rispetto al primo blocco del Tg1 che aveva fatto segnare 3.576.939 spettatori per uno share del 22.46%.

Credere o far credere che Sangiuliano sia il problema di Giorgia Meloni e del suo governo è una grande messa in scena. Una scenografia che conviene anche alla premier. Che infatti ha pubblicizzato con la grancassa le convocazioni a Chigi non solo dello stesso ministro fedifrago, ma persino del direttore della Verità Maurizio Belpietro. Il perchè? Viene da pensare a una semplice strategia comunicativa: in caso di necessità basterà liquidare l’improvvido ministro, per togliersi dall’impiccio e “aprire una nuova fase dell’esecutivo”. Uno sorta di procurato allarme strumentale a incanalare l’attenzione pubblica in un momento cruciale per la tenuta della sua maggioranza. E invece questo è il momento di pensare ad altro. 

Non è questione di populismo, ma di realismo. Un Governo alle prese con una legge di bilancio da scrivere, con le continue stragi di migranti alle sue porte, con l’aumento delle povertà e delle disuguaglianze, con l’incapacità di portare a compimento una norma di sistema su anziani, non autosufficienti e caregiver, con la questione mai realmente affrontata del livello delle remunerazioni, con l’aumento del consumo di sostanze da parte dei più giovani (basti pensare alla diffusione del crack come mai prima d’ora) e una scuola che partirà con tante cattedre vuote a scapito come sempre degli studenti più fragili, non può permettersi di perdere tempo occupandosi del nulla. E questi sono solo alcuni dossier di politica interna. 

Se ci vogliamo bene, la prima cosa da fare è “spegnere” l’attenzione su Sangiuliano e Boccia, uscire dalla bolla e  concentrarsi su ciò che davvero conta per le nostre vite individuali e per la nostra vita sociale. E su quello che il Governo deve rispondere. Sangiuliano e Boccia sono solo fumo negli occhi. 

Foto: La Presse

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