Idee Sostenibilità

Dalla riforma alla pratica; la Costituzione ambientale nella vita civile

Un modello di crescita economica che per decenni ha avuto conseguenze nefaste su ambiente, salute e clima viene ora posto sotto una luce nuova, alla ricerca di equilibri più sostenibili. Grazie a una riforma costituzionale voluta dai soggetti sociali che tre anni fa ha cambiato in quadro normativo. L'intervento del responsabile affari istituzionali dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), che domani interverrà in diretta sui nostri canali social

di Andrea Ferrazzi

Articolo 9 – La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.
Articolo 41 – L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.

La riforma della Costituzione in chiave ambientale e per le future generazioni compie tre anni. Un cambiamento epocale, introdotto attraverso la modifica dei “Principi fondamentali” della Costituzione. Mai prima d’ora uno dei primi dodici articoli era stato modificato, così come mai era stato toccato l’articolo 41, relativo alle libertà economiche. Un intervento senza precedenti, di grande portata, costruito in tempi rapidi a partire dal Senato e approvato con un consenso quasi unanime. Un passo decisivo, fortemente sostenuto da Asvis, e che da componente del “Comitato dei 9” al Senato ho avuto modo di contribuire a far avanzare fino al raggiungimento dell’obiettivo.

A conferma della rilevanza di questa riforma, la recente sentenza 105/2024 della Corte Costituzionale, pubblicata il 13 giugno, ha segnato un passaggio cruciale. Il pronunciamento, relativo al petrolchimico dell’area siracusana e al cosiddetto “Decreto Priolo”, ha visto la Suprema Corte intervenire con decisione a tutela della salute e dell’ambiente fondando la sentenza proprio sulla recente modifica costituzionale. Si tratta di una decisione storica, che apre a scenari innovativi nelle scelte pubbliche e private in materia di sviluppo. 

Un modello di crescita economica che per decenni ha avuto conseguenze nefaste su ambiente, salute e clima viene ora posto sotto una luce nuova, alla ricerca di equilibri più sostenibili. Si pensi agli innumerevoli siti contaminati, come il disastro causato dall’inquinamento da Pfas in Veneto, definito dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Marcos Orellana, «il più grande inquinamento ambientale d’Europa». Un disastro che ha coinvolto almeno 350mila persone nella cosiddetta “Zona rossa” tra Vicenza, Padova e Verona, compromettendo acque di superficie e falde acquifere in uno dei bacini più grandi d’Europa. A riguardo, è in corso il processo presso la Corte d’Assise di Vicenza contro la Miteni, l’azienda di Trissino responsabile di questa catastrofe ambientale, sanitaria, sociale ed economica.

Nel corso dell’iter di approvazione della riforma, molti si sono chiesti perché i padri costituenti non avessero inserito esplicitamente nella Carta il principio della tutela ambientale e il riferimento alle future generazioni. La risposta è semplice: negli anni in cui venne redatta la Costituzione, il cambiamento climatico non era una questione presente nel dibattito scientifico, culturale e politico. Fu solo a partire dal 1972, con il rapporto del “Club di Roma”, che il tema della limitatezza delle risorse e della sostenibilità del modello di sviluppo emerse con forza. Nello stesso anno, la Conferenza di Stoccolma avviò un primo confronto internazionale, seguito nel 1987 dal Rapporto Brundtland, che introdusse il concetto di “sviluppo sostenibile”. Il primo rapporto dell’Ipcc nel 1990 e la Conferenza di Rio del 1992 segnarono ulteriori passi avanti, trasformando un dibattito inizialmente confinato al mondo scientifico in un tema di rilevanza politica e sociale globale.

Andrea Ferrazzi

L’aggiornamento della Costituzione era dunque necessario e inevitabile. Un aggiornamento che ha consentito di inserire oltre al già presente concetto di solidarietà intragenerazionale quello di solidarietà intergenerazionale. Durante il dibattito pubblico, alcuni critici hanno sostenuto che la riforma avrebbe potuto indebolire la tutela del paesaggio. È fondamentale chiarire che l’integrazione dell’articolo 9 non pone in contrapposizione la protezione dell’ambiente con quella del paesaggio, ma anzi le rafforza entrambe, riconoscendole come diritti fondamentali di rango costituzionale. La tutela dell’ambiente è una condizione imprescindibile per la salvaguardia del paesaggio: i cambiamenti climatici stanno già incidendo in modo devastante su di esso, accelerando il dissesto idrogeologico – una fragilità che in Italia è la più elevata di tutta l’Unione Europea – e minacciando il patrimonio storico e artistico. L’innalzamento del livello del Mediterraneo avrà un impatto sempre più drammatico sugli 8mila chilometri di coste italiane. Secondo l’Ipcc, senza interventi drastici di mitigazione, il “Mare nostrum” potrebbe crescere di 70-80 centimetri entro il 2100, con conseguenze catastrofiche per città come Venezia. Non sarebbe anche questo un dramma paesaggistico e artistico?

Le implicazioni della riforma saranno profonde e di ampia portata. Tutte le leggi nazionali e regionali, i provvedimenti amministrativi e gli atti di soggetti pubblici e privati dovranno conformarsi ai nuovi principi costituzionali. Un cambiamento che pone finalmente la tutela dell’ambiente e delle future generazioni al centro dell’azione legislativa e amministrativa del Paese.

Andrea Ferrazzi, responsabile affari istituzionali dell’Asvis, è tra gli autori dello studio “Il Clima in Costituzione” realizzato da ECCO con Asvis, che verrà presentato domani a Roma nel corso di un incontro pubblico trasmesso in diretta sulla pagina Facebook da VITA venerdì 21 febbraio a partire dalle ore 9,30.

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