Idee Social media

Come non essere schiavi dell’algoritmo? Chiedetelo ai 16enni

Sul tema dei mondi interiori a 16 anni, sui sogni, le paure, i progetti e le strategie di ricerca della felicità o di riduzione dell’ansia, tocca a loro tenere la lezione, noi abbiamo solo da imparare. Stiamoli ad ascoltare

di Stefano Laffi

Al Festival di Filosofia di Modena di quest’anno ci sono stati relatori adolescenti. Il Distretto Ceramico ha infatti curato la realizzazione di una sezione, “Imaginarium”, dedicata ai nuovi idoli (di cui in questa rubrica abbiamo già raccontato), nella quale fra le altre cose erano previsti dialoghi con ragazzi e ragazze sui loro immaginari e i loro modelli di vita. Il senso dell’operazione è chiaro: sul tema dei mondi interiori a 16 anni, sui sogni, le paure, i progetti e le strategie di ricerca della felicità o di riduzione dell’ansia, tocca a loro tenere la lezione, noi abbiamo solo da imparare.

Cosa abbiamo scoperto? Il loro immaginario, intendendo per semplicità quello che vedono e pensano quando chiudono gli occhi prima di prendere sonno, è fatto da un passato continuamente riprocessato, ripassato alla moviola, a volte in ostaggio di rimpianti e rimorsi, in cui la voce dominante è quella delle relazioni fra pari. Se solo avessi detto, non avessi fatto, fossi uscito, non avessi risposto…: la vita è fatta di varianti, la sera si ripensa a quelle appena vissute o lontane nel tempo, alla ricerca del proprio personaggio, tutto ancora da scrivere, da capire, consapevoli che le vite possibili sono tante.

E si pensa al futuro, quello di domani o della prossima settimana, quando ci attende una verifica, una festa, una gita. La scuola continua a far paura, e l’ansia per la prova di matematica del giorno dopo la si combatte facendo esercizi prima di addormentarsi o guardando videolezioni sui polinomi un attimo prima di chiudere gli occhi. «Guardate a mezzanotte video sui polinomi per rassicurarvi?!». Ebbene sì, ho scoperto videolezioni sui polinomi da 700mila visualizzazioni, con centinaia di post di gratitudine, e ho capito che i ragazzi prendono ripetizioni da soli e gratis grazie a youtube. E ci sono lezioni di ogni cosa. Accanto al passato e all’uso ansiolitico della rete, ci sono a occhi chiusi pensieri piacevoli su cose che devono accadere e che è un piacere immaginare in anticipo, stare in loro compagnia. È così che verrà voglia di svegliarsi, e festeggiare la vita che viene.

Torniamo ai modelli: i social e gli influencer hanno davvero preso l’anima degli adolescenti? Falso allarme, verrebbe da dire dopo i teen talk. È vero che ciascuno li usa a modo suo e che TikTok sta scavalcando Instagram, quindi è difficile farsi un’idea precisa. Ma l’influenzamento diretto viene riconosciuto solo per l’abbigliamento, cioè «se vedi una persona che ti piace per come si veste allora ne imiti lo stile, compri quei capi». Ok, si chiama moda, niente di grave. Più spesso chi si segue è semplicemente chi è bravo o brava rispetto alla passione che si coltiva, bravura che viene testata personalmente, rifacendo quella ricetta o quell’esercizio fisico. La vera notizia è che la rete è la scuola dei nostri sogni: segui le lezioni quando ne hai voglia e hai tempo, solo quel che ti interessa, scegli l’insegnante, provi se funziona ovvero se quel che mostra è efficace per il tuo modo di apprendere, rivedi quante volte ti serve per imparare, le verifiche le fai da solo, cioè constati serenamente i tuoi progressi. 

Sì, ma «le vostri fonti, per scegliere, decide l’algoritmo?». A volte, ma se non piace si scarta senza problemi, e poi si sceglie anche un libro suggerito dal padre, la musica che ascolta la madre, la serie che un’amica sta seguendo… E le informazioni, le fake news, la manipolazione, ecc. ? Il rischio c’è, soprattutto su TikTok dove ci sono campagne ricattatorie sui temi caldi di opinione – “se non metti un like a questo video vuol dire che sei contro…” – ma ci casca chi ha solo la rete, crede a quel che trova perché “non ha una vita”. Sono gli adolescenti a darci l’antidoto, più stanno insieme e più possono ragionare a voce alta e più liberi saranno.

Ma è in rete che si trovano i modelli di ruolo? «Troviamo chi ci insegna e ci ispira, tanti nei diversi campi, perché una passione senza il sogno di fare come uno bravo non funziona, ma un modello vero e proprio forse non esiste, e se mai esistesse potrebbe essere solo qualcuno che conosco dal vivo, non in rete».

Foto: Pexels

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