Economia

Idee. Legacoop propone una Banca della terra

Far nascere una "Banca della terra" per fermare la fuga dei giovani dalle campagne

di Redazione

Aiutare i giovani agricoltori che vogliono investire nella loro attività, ma non hanno abbastanza terreno a disposizione, a reperire le risorse fondiarie necessarie per crescere. E’ questo lo scopo principale della “Banca della Terra” che dovrebbe nascere a Forlì-Cesena, secondo la proposta che verrà lanciata oggi da Cristian Maretti alle altre organizzazioni professionali agricole e al Sottosegretario all’Agricoltura Teresio Delfino, dal palco dell’ Assemblea della Cooperazione Agroalimentare di Legacoop, in programma oggi

“I dati del censimento agricolo del 2000 – spiega Maretti – ci danno un’idea molto forte della modificazione strutturale della nostra agricoltura: la forte riduzione del numero di aziende (-15,6%) avvenuta nel decennio 1990-2000 è seconda solo a quella del 1960-70 coincidente con la grande trasformazione industriale dell’Italia. La tendenza al disinvestimento riguarda soprattutto le colture di pregio e specializzate. A questo si somma la difficoltà per i soggetti agricoli attivi nel competere sul mercato fondiario con risorse di settori extra agricoli. Questi problemi avranno effetti devastanti proprio sulle attuali caratteristiche di sistema agricolo creatore di valore”.

Da qui la proposta: dare vita ad un Soggetto di Azione Immobiliare (SAI) che si occupi di riorganizzare i terreni agricoli che altrimenti finirebbero ad altri usi, ridistribuendoli in proprietà o in affitto ai giovani agricoltori.

“I terreni oggetto della riorganizzazione – prosegue Maretti – potrebbero essere reperiti rivolgendosi agli agricoltori anziani a fine attività, agli eredi occupati in altri settori economici, agli enti pubblici (Comuni, Aziende sanitarie, etc.) proprietari di fondi agricoli e alle cooperative di conduzione che hanno disponibilità di terreni ma riscontrano difficoltà nel reperimento della manodopera. Solo investendo sui giovani potremo mantenere il livello qualitativo del sistema agricolo, ma occorre uno sforzo comune delle organizzazioni professionali e dei soggetti finanziari pubblici e privati”.

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