Non profit

Idee chiare e niente sconti

I rappresentanti di ben 104 grandi associazioni hanno esposto le loro ragioni a politici di maggioranza e opposizione. Come una vera parte sociale.

di Maurizio Regosa

Per la prima volta dalla sua costituzione il Forum permanente del terzo settore è sceso in piazza. Cioè ha assunto come proprio uno dei comportamenti ?rituali? di una riconosciuta e autorevole ?parte sociale?. Bene. È una buona notizia, un fatto senza dubbio positivo. Anche di riti (nel senso forte, nobile) ha bisogno una società. Per conoscere le sue stesse componenti e per saperle riconoscere. Perché ciascuna ha un suo stile. Un suo linguaggio. Un suo sistema di valori. Va da sé però che se è vero, come si ripete da più parti, che il dialogo politico in un Paese civile non può essere caratterizzato solo da contrapposizioni, sgambetti e strepiti, è pure vero che un dialogo non funziona se si dà sempre ragione all?interlocutore. Una relazione è nella verità quando ciascuno può avere opinioni e può liberamente operare le scelte che ritiene opportune.Davanti a Montecitorio le 104 associazioni che hanno aderito all?iniziativa hanno detto con forza e con il nostro settimanale tra le mani, che «no, questo governo sta sbagliando». Nel metodo (una concertazione a singhiozzi che senso ha? Solo quello di tener buono qualcuno, appunto) e nel merito. A proposito di merito, il crocevia più evidente è il 5 per mille. Un tettuccio di cento milioni a fronte dell?adesione in massa da parte di milioni di contribuenti. Stiamo scherzando? Non è così – ha giustamente ribadito il Forum – che si costruisce e alimenta coesione e fiducia sociale. L?ambiguità e la mancanza di chiarezza con cui si trattano cittadini e organizzazioni non possono essere strumenti di buon governo.Ma il 5 per mille, per quanto tangibile segno di una valorizzazione, è solo l?aspetto più evidente. C?è il servizio civile volontario. Che va sostenuto e non snaturato. E soprattutto c?è una visione antica, sorpassata (ma non da tutti, purtroppo) delle risorse destinate al sociale come spesa da eventualmente comprimere o incrementare (e non come investimenti, per i quali la coprogettazione potrebbe rivelarsi una mossa strategica oltre che vincente). Per quanto riguarda i primi due punti, qualche rassicurazione è arrivata. Non dal governo, assente, ma dal presidente della commissione Bilancio della Camera, Lino Duilio (Pd), e da Michele Ventura (Pd), relatore alla Camera della Finanziaria 2008: hanno dato assicurazioni a proposito della copertura di almeno 400 milioni al 5 per mille per l?anno fiscale 2008, dell?innalzamento di 50 milioni del fondo per il Servizio civile, della revisione della quota obbligatoria riservata alla disabilità fissata al 30%. Staremo a vedere.Intanto, con la manifestazione del 27 novembre il Forum ha dimostrato di avere una chiara percezione della propria identità anche politica. Politica, non partitica. Le delegazioni hanno incontrato politici di maggioranza e di opposizione. Una scelta corretta che nulla ha a che fare con una fraintesa par condicio. Ma che si spiega con la volontà di trovare veri alleati sui progetti e sulle iniziative concrete (e non sui pregiudizi o le ideologie). Una scelta che, forse, ha anche un altro senso: di superare un felpato equivoco (sul quale magari qualcuno contava), che cioè non si possano prendere iniziative contro un ?governo amico?. Anche questo significa essere ?parte sociale? autonoma e costruttiva.

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