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Ictus: la riabilitazione con i robot funziona di più

Primi risultati per la sperimentazione multicentrica di Fondazione Don Gnocchi sull'utilizzo della robotica nella riabilitazione di pazienti colpiti da ictus. I pazienti sottoposti a trattamento robotico migliorano più dei pazienti sottoposti a trattamento tradizionale, sia per quanto riguarda la funzione motoria dell’arto superiore, sia per quanto riguarda il linguaggio.

di Redazione

Amadeo, Diego, Pablo e Motore: dobbiamo arrivare all’ultimo per essere certi che questi non sono nomi di persone. Sono i nomi di quattro sistemi robotizzati utilizzati nelle palestre di sette Centri della Fondazione Don Gnocchi in Italia, nella riabilitazione. Non per sostituirsi ai terapisti, ma per integrare il loro lavoro e rendere più efficaci i trattamenti. Si tratta di apparecchiature finalizzate a supportare il fisioterapista nella riabilitazione degli arti superiori di pazienti che, a seguito di ictus, stanno effettuando un percorso di riabilitazione neurologica, agendo in modo particolare sui movimenti della mano, del polso, dei gomiti e delle spalle.

«Questa iniziativa si pone nel solco della mission della Fondazione: operiamo nel cuore del dolore, per favorire ogni azione tesa alla restaurazione della persona umana, come la definiva il beato don Gnocchi. Le soluzioni innovative che oggi la tecnologia ci propone sono una grande opportunità che non dobbiamo lasciarci sfuggire, per essere oggi, ancora di più e meglio, al servizio della salute delle persone sofferenti», ha commentato il presidente della Fondazione Don Gnocchi, mons. Angelo Bazzari.

La pratica innovativa è accompagnata da uno studio scientifico multicentrico che in questo momento ha coinvolto 94 pazienti (un numero significativo se rapportato agli studi analoghi presenti in letteratura scientifica), ma che ha l’ambizione di arrivare a 200 pazienti. Lo studio – primo del genere a livello internazionale – è finalizzato a misurare l’efficacia e l’efficienza delle nuove tecnologie nei trattamenti riabilitativi dell’arto superiore in pazienti con esiti da ictus. I primi risultati sono stati presentati in un convegno a Roma e i dati dimostrano l’efficacia della terapia robotica rispetto a trattamenti effettuati solo in maniera tradizionale.

Nelle sette palestre robotiche della Fondazione Don Gnocchi (Milano, Firenze, Roma, Rovato, La Spezia, Fivizzano, S. Angelo dei Lombardi) si sta lavorando con queste nuove tecnologie; le schede di valutazione di questi pazienti saranno comparate con quelle – con le medesime scale – compilate presso altri quattro Centri della Fondazione che stanno trattando pazienti con le stesse caratteristiche, ma utilizzando soltanto le tecniche riabilitative tradizionali. Il confronto tra le schede dei pazienti trattati con la robotica e quelle dei pazienti trattati in maniera tradizionale, consentirà di valutare e misurare l’efficacia dei nuovi trattamenti. Quel che già si è notato è che i pazienti sottoposti a trattamento robotico migliorano più dei pazienti sottoposti a trattamento tradizionale, sia per quanto riguarda la funzione motoria dell’arto superiore, sia per quanto riguarda il linguaggio (fluidità semantica e fonemica).

Il convegno ha affrontato anche le prospettive economico-sanitarie di questo nuovo modello riabilitativo mediato dalla tecnologia e dalla robotica, allo scopo di verificare la sostenibilità economica di tutto l’impianto. Lo studio proseguirà nei prossimi mesi e si stima che si concluderà a marzo/aprile 2017.

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