Non profit
I voti alle Asl
In tutto sono 36 le Asl coinvolte in un progetto che sta alimentando piu' di una polemica tra medici, infermieri e tutti gli addetti ai lavori
di Redazione
Prende il via, tra mille polemiche, l’esperimento che portera’ ad assegnare i ‘voti’ al personale del Servizio sanitario nazionale. La sperimentazione del progetto, che all’inizio vedeva l’adesione di 17 aziende sanitarie, si e’ allargata strada facendo. Con il passare dei giorni il numero delle Asl coinvolte e’ infatti salito. Al gruppo si sono aggiunte l’Asl di Nuoro, l’Asl 4 di Prato, l’Azienda ospedaliera-universitaria ospedale Careggi di Firenze. In tutto sono 36, distribuite da Nord a Sud del Paese, le Asl coinvolte in questo progetto che sta alimentando piu’ di una polemica tra medici, infermieri e tutti gli addetti ai lavori. C’e’ chi lo vede come un’opportunita’ e uno strumento in piu’ per permettere alle Regioni di legiferare al meglio in materia di valutazione e chi, come i sindacati della dirigenza medica e sanitaria, lo rigetta senza mezzi termini, tanto da chiederne l’immediato stop. Gli obiettivi principali della sperimentazione sono quattro: migliorare le prestazioni del personale; premiare il merito; favorire la crescita professionale; disporre di informazioni per migliorare la gestione delle risorse umane. “Questa sperimentazione – spiega all’ADNKRONOS SALUTE il presidente della Fiaso (Federazione italiana delle aziende ospedaliere), Giovanni Monchiero – permettera’ alle Regioni di avere uno strumento in piu’ al momento di legiferare in materia, e allinearsi cosi’ a quanto prevede la riforma della pubblica amministrazione voluta dal ministro Renato Brunetta”. Le Regioni potranno quindi prendere atto e avvalersi di questo esperimento. “Esattamente”, spiega la responsabile della comunicazione dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), Chiara Micali. “Anzi – aggiunge – io non la chiamerei neanche sperimentazione, ma simulazione. E, e’ bene sottolinearlo, non avra’ nessun carattere prescrittivo e di obbligatorieta’ per le Regioni. Insomma, se ne potranno avvalere oppure no. E’ solo uno strumento in piu'”.
Ma non tutti la pensano cosi’. Le organizzazioni sindacali della dirigenza medica e sanitaria hanno chiesto la sospensione del protocollo e hanno diffidato i direttori generali di Asl e aziende ospedaliere a dar seguito alle procedure previste nel documento. In una lettera inviata ai firmatari dell’accordo, al ministro della Salute Ferruccio Fazio e alle Regioni, i dirigenti medici e sanitari lamentano di essere stati “esclusi da un confronto su una materia che riguarda la disciplina del rapporto di lavoro e che non puo’ essere separata dall’aspetto della valutazione professionale”. Per Carlo Lusenti, segretario nazionale dell’Anaao Assomed, il principale sindacato della dirigenza medica, questa sperimentazione “finira’ in un nulla di fatto. Nasce con un peccato originale di partenza. Come si fa – si chiede – a siglare un protocollo del genere ed escludere gli attori principale del sistema, ministero della Salute, Regioni e organizzazioni sindacali? E’ un metodo inaccettabile. Senza contare che se si analizza nel merito, questo protocollo contraddice le norme legislative contrattuali appena rinnovate. Mi viene da pensare – conclude Lusenti – che sia solo uno spot propagandistico e nien’altro”. Per Monchiero, invece, il progetto “permettera’ di simulare gli effetti dell’applicazione del decreto Brunetta in sanita’”, secondo cui gli incentivi vanno distribuiti in base al merito” e non ‘a pioggia’. La prossima settimana e’ previsto di fatto il primo passo operativo della sperimentazione. “Verra’ stabilita – spiega Monchiero – una linea comune, per evitare che la sperimentazione diventi soggettiva. Il Formez (Centro formazione e studi) elaborera’ i criteri di valutazione e una metodologia unica. Affinche’ tutto venga svolto in modo omogeneo”.
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