Cultura

I volontari vigilano sul ritorno degli uccelli migratori

In dieci giorni dall'inizio del campo, promosso da Man, WWF Italia e Nabu (Germania) avvistati 2.200 rapaci

di Redazione

Siamo in piena migrazione di uccelli che dall’Africa fanno ritorno in Europa. E propri in questi giorni è iniziato il ventinovesimo campo internazionale per lo studio e la protezione di rapaci e cicogne sullo Stretto di Messina. Il campo dedicato alla migrazione degli uccelli, promosso da Man, WWF Italia e Nabu (Germania), proseguirà fino al 20 maggio I volontari provenienti da tutta Europa nei primi dieci giorni di campo hanno già censito oltre 2.200 rapaci di 21 specie diverse che hanno sorvolato lo stretto di Messina e i monti Peloritani in Sicilia che un tempo erano inconsapevole teatro di una strage annunciata: migliaia di bracconieri attendevano i migratori negli appostamenti fissi in cemento, o sulle case, per farne inutili  trofei.

Grazie allo sforzo congiunto delle associazioni ambientaliste e delle forze dell’ordine, la strage illegale in Sicilia è quasi del tutto debellata.
Rimangono pochissimi irriducibili che, afferma Anna Giordano del WWF «cercheremo di assicurare alla giustizia».
Voli spettacolari di Albanella pallida, uno dei rapaci più minacciati al mondo, si susseguono a quelli del più comune Falco di palude, Falco della regina, del Nibbio bruno, delle Poiane, mentre i Grillai, altro rapace fortemente minacciato a livello globale, sfreccia veloce spesso insieme ai Gheppi, specie molto simile ma più comune. Anche un’Aquila anatraia minore è stata vista migrare con venti forti di maestrale, mentre un’Aquila reale del terzo anno, oltre a farsi ammirare in tutto il suo splendore, si è anche posata su una collina di fronte ai volontari del campo.

«La migrazione ha un fascino speciale, magnetico» dichiara Deborah Ricciardi, presidente della Man «e mai potremmo rinunciare a immergerci nei suoi ritmi, apprezzarla, conoscerla, studiarla, ma soprattutto salvarla da vecchi e nuovi pericoli».

Gli uccelli migratori, aggiunge Anna Giordano «Spesso volano con grande difficoltà, sbattuti dal vento impetuoso, molto frequente in primavera e non sempre possono evitare di collidere con gli ostacoli aerei quale sarebbe l’inutile e devastante ponte».  Lo Stretto di Messina si è rivelato essere la rotta migratoria più importante al mondo in primavera, per ben tre specie, due delle quali a rischio a livello globale (Albanella pallida e Grillaio).

Christoph Hein, della Nabu, sottolinea come i dati raccolti sullo Stretto di Messina siano estremamente importanti, «è uno dei pochi siti europei dove la migrazione viene monitorata da un tempo estremamente lungo, che consente di conoscere gli andamenti delle popolazioni in migrazione». Inoltre, sottolinea, «i migratori che passano sullo Stretto di Messina si dirigono poi in tutta l’Europa, anche nei paesi dell’est, nelle lontane steppe dell’ex Unione Sovietica, come accade per l’Albanella pallida, e sono patrimonio di tutta l’Europa».

Dalla fine di aprile si attende il grosso passaggio della specie più comune, il Falco pecchiaiolo: anche 9000 individui in un giorno, come accaduto il 5 maggio del 2000 e il 6 maggio del 2011. Tutto dipenderà dal vento, dal tempo, sono questi i fattori principali che stabiliscono numeri e rotte seguite, ora dopo ora dagli oltre 40mila rapaci che vengono censiti sullo Stretto di Messina.

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