Welfare

I vincitori del bando “Trust in Life” lanciato da UBI Banca, ANFFAS e CGM

Selezionate le Organizzazioni che hanno sviluppato i migliori progetti a sostegno delle persone con gravi disabilità e delle loro famiglie nell’ambito del Bando relativo alla Legge sul “Dopo di noi”

di Redazione

Giunge all’atto conclusivo il Bando “Trust in Life” lanciato nel 2019 da UBI Comunità, la divisione della Banca rivolta alle realtà del Terzo Settore e dell’Economia Civile, ANFFAS Onlus Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale e CGM Consorzio Nazionale della Cooperazione di Solidarietà Sociale, con il contributo tecnico di FIA Fondazione Italiana Accenture e il contributo scientifico di CERIF Centro di Ricerca sulle Imprese di Famiglia dell’Università Cattolica.

Il Bando si colloca nell’ambito dell’iniziativa “Trust in Life per il Durante e Dopo di Noi”, avviata nel 2017 da UBI Banca e UBI Trustee S.A., la Trust Company del Gruppo, in collaborazione con ANFFAS e CGM, che ha come obiettivo lo sviluppo di progetti che mettano a disposizione delle persone con gravi disabilità e delle loro famiglie strumenti, supporti, servizi finanziari e modelli di intervento innovativi, gestendo attraverso il sistema giuridico del trust – anche in chiave mutualistica “multibeneficiario” – il complesso delle risorse finanziarie nel quadro normativo della Legge 112/2016 sul “Dopo di Noi”.

Al Bando hanno partecipato 22 Organizzazioni di tutta Italia appartenenti alle Reti ANFFAS e CGM, presentando progetti innovativi per il “Durante e Dopo di Noi”, in coerenza con la relativa Legge. UBI Banca, per premiare e supportare i sette migliori progetti, ha stanziato la somma complessiva di 250 mila euro riveniente dai ricavi relativi alla commercializzazione della carta di credito Hybrid, e darà inoltre a ogni singola Organizzazione la possibilità di chiedere un finanziamento fino a 25 mila euro a tasso 0%[1] e di aprire un conto corrente gratuito per 36 mesi; ANFFAS e CGM organizzeranno invece 4 incontri trimestrali per facilitare lo scambio e l’interazione fra i vincitori sulla realizzazione, la verifica e la rendicontazione dei progetti. La Giuria degli Esperti, composta da esponenti di UBI, FIA, CERIF, Secondo Welfare e Fondazione Dynamo, ha selezionato i sei vincitori che si aggiudicano il premio da 37 mila euro attraverso una valutazione strutturata che ha preso in considerazione diversi aspetti, tra i quali l’aderenza delle proposte alle linee guida della L.112/2016, il grado di innovazione apportato dalle soluzioni presentate, la reputazione, l’affidabilità e l’esperienza delle Organizzazioni partecipanti e la sostenibilità dei progetti nel lungo periodo. Il vincitore del “Premio Speciale”, di 28 mila euro, è stato invece scelto da oltre mille dipendenti UBI che hanno votato attraverso la piattaforma digitale intranet del Gruppo.

«Con Trust in Life, UBI Banca ha confermato il proprio impegno nel supportare iniziative a elevato valore sociale in grado di contribuire alla costruzione di un nuovo sistema di welfare comunitario e sostenibile, grazie alla preziosa collaborazione di una pluralità di attori del settore non profit che mettono al centro delle loro attività valori economici, sociali e culturali. Quegli stessi valori che da sempre sono anche nel dna del Gruppo UBI», sottolinea Riccardo Tramezzani,Responsabile dell’Area UBI Comunità.

«Gli strumenti e le soluzioni specialistiche proprie di un primario istituto di credito come UBI si sono conciliate perfettamente con le competenze e l’esperienza di due Reti di riferimento come Anffas e CGM, dando vita a un programma distintivo che oggi ci permette di premiare Organizzazioni che coniugano nei loro progetti inclusione sociale, sostenibilità economica, attenzione alla comunità e al territorio, nonché di promuovere il benessere e l’autonomia delle persone in condizioni di fragilità», aggiunge Guido Cisternino,Responsabile Terzo Settore ed Economia Civile di UBI Banca.

Le sei Organizzazioni vincitrici e i rispettivi progetti selezionati dalla Giuria degli Esperti sono stati: Consorzio Sociale Il Filo da Tessere (BI) con il progetto «Valdilana – La valle delle abilità», Anffas Ticino Onlus (VA) con «Vado a Vivere da solo», CO&SO Consorzio di Cooperative Sociali (FI)con «Le chiavi di casa», Anffas Brescia Onlus (BS) con «Cascina Mensi: abitare, lavorare, partecipare», Anffas Sibillini (MC) con «La casa nel cuore» e Cooperativa Sociale Come Noi (PV) con «A casa mia». Il Premio speciale assegnato dai dipendenti di UBI Banca è andato invece al progetto «Il volo – Residenza transitoria per l’economia», presentato dalla Cooperativa Sociale Eridano Onlus (BR).

Per Roberto Speziale, Presidente Nazionale Anffas «la Legge 112/2016 rappresenta una grande opportunità per progettare nel "durante noi" un sereno "dopo di noi". La legge trae origine dall’articolo 19 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, che sancisce il diritto di ogni persona a poter scegliere dove e con chi vivere, senza mai essere adattata a una specifica sistemazione contro la propria volontà e tenta di rispondere a quella domanda piena di angoscia che noi genitori e familiari di persone con disabilità rare e complesse, con l’avanzare degli anni, ci poniamo sempre più spesso: Cosa ne sarà dei nostri figli quando noi non ci saremo più o non saremo più in grado di prendercene cura? Iniziative come questa rappresentano una risposta concreta, riconoscendo e sostenendo la capacità innovativa del mondo associativo familiare e del Terzo Settore che è stato capace, pur in presenza di innegabili difficoltà registrate nella prima fase di avvio della legge, di mettere in atto soluzioni innovative che faranno certamente da "apri pista" ad altre analoghe e, si spera, sempre più numerose iniziative. Il tutto all’interno di un modello gestionale solido e sostenibile, in grado di mobilitare il territorio e attrarre risorse di varia natura, anche grazie alle agevolazioni e agli strumenti previsti dalla stessa Legge 112. L’emergenza sanitaria in atto, infine, ci ha dimostrato che le soluzioni abitative più consone alle persone con disabilità che non possono più vivere nel proprio nucleo familiare di origine, sono proprio quelle indicate dalle Legge 112».

«In un momento così complesso, ognuno può e deve fare la propria parte. Le persone con disabilità sono esposte a difficoltà maggiori e trovano spesso risposte insufficienti alle loro inderogabili istanze», conclude Giuseppe Bruno, Presidente del Gruppo Cooperativo CGM, «Anche le famiglie chiedono sostegni adeguati, dovendo garantire ai propri figli in condizioni di fragilità una quotidianità "sufficientemente buona", ma sono affaticati da carenze sistemiche che si limitano alla fornitura di servizi di base che spesso sottodimensionano le risorse economiche a disposizione. Non a caso molte soluzioni giungono dal mondo del Terzo Settore attraverso azioni capaci di coinvolgere attori diversi. Queste iniziative non solo offrono soluzioni pratiche, ma sono premianti anche per il loro portato valoriale in quanto stimolano la diffusione e il sostegno di progettualità innovative di assistenza».

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