Politica

i valori per una politicache non vuole arrendersi

Saggi Destra e sinistra, così le identità si sono smarrite

di Redazione

Perché la coppia Destra/Sinistra, cioè la valuta corrente dello scambio politico delle democrazie occidentali, è svaporata? Qual è il risultato di questo “rompete le righe” delle appartenenze politiche del Novecento? La perdita di consistenza delle vecchie identità contrapposte rinvia a una più radicale perdita di contatto tra politica e mondo? Il vecchio conio della politica sarà sostituito da una nuova moneta o ci si dovrà arrendere alla realtà dell’ingiustizia globale? Ecco le domande a cui questo libro di Marco Revelli prova a rispondere. Domande cruciali per immaginare un futuro alla politica. Il libro di Revelli completa, infatti, un’ideale e fondamentale trilogia (con Oltre il Novecento, 2001 e La politica perduta, 2004) per chi voglia oggi ragionare sulla crisi della politica e della democrazia rappresentativa. Nel suo libro Revelli passa in rassegna, con puntualità degna di un manuale ma con una scrittura degna di un letterato, i processi che hanno portato alla estenuazione della coppia novecentesca Destra/Sinistra. I processi storici e la rivoluzione spaziale e temporale a causa della globalizzazione che hanno portato allo svaporamento di ogni identità. Ma, ed è la domanda capitale del libro, la crisi del conio politico novecentesco deve coincidere con la resa della politica di fronte ai fatti e alla realtà, oppure bisogna lavorare per trovare nuovi paradigmi entro cui i conflitti della politica possano riavere luogo per non abdicare di fronte al peso della realtà.
Revelli propone cinque nuovi paradigmi. L’opposizione tra violenza e nonviolenza, ovvero la disponibilità o meno dell’impiego della forza fisica come “mezzo specifico” della politica. Il secondo: l’alternativa tra decisione e responsabilità, ovvero la disponibilità all’assunzione di un principio decisionistico nel perseguimento di obiettivi collettivi in nome dell’efficienza immediata invece dell’affermazione del principio di responsabilità che mira ad un’efficacia duratura. Il terzo: l’opposizione tra esclusione e inclusione che perimetra lo spazio pubblico come spazio di affermazione di sé oppure di relazione. L’opposizione tra reciprocità e autoreferenzialità. Infine, l’alternativa tra logica dello sviluppo e cultura del limite, ovvero tra superstizione tecnologica e consapevolezza della finitudine del mondo.

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