Non profit
I tesorieri dei Co.Ge.: «Vogliamo contare di più»
Fondazioni/ I fondi speciali per il volontariato. Di Christian Benna
di Redazione
Tutti d?accordo. La (tanto attesa) riforma della legge 266 del 91dovrà rafforzare il ruolo dei Comitati di gestione delle fondazioni, in termini di professionalizzazione e di miglioramento organizzativo.
Ma soprattutto rilanciare il ruolo dei Co.Ge., oltre alle funzioni di meri ?cassieri? e notai dei fondi speciali per il volontariato erogati dalle fondazioni di origine bancaria.
Nel weekend del 24-25 marzo, si è tenuta a Bergamo una due giorni importante, un momento per guardarsi negli occhi tra tutti i 23 rappresentanti dei Co.Ge. riuniti nella Consulta nazionale dei comitati di gestione, e per prepararsi alla conferenza di Napoli sul volontariato.
Le giuste risorse
Giuseppe Guzzetti, presidente dell?Acri, non è voluto mancare all?incontro. Le risorse messe a disposizione dalle fondazioni sono vitali per il volontariato quanto ingenti: dal 1991 sono state allocati oltre 450 milioni. Una montagna di denaro, superiore alle necessità, ma che cresce costantemente perché agganciata a quel ?quindicesimo? dei proventi netti delle fondazioni. «Una norma», ha detto Guzzetti, «che merita di essere rivista, almeno ridotta di qualche punto. Allo stesso tempo i Co.Ge. devono essere potenziati e diventare enti di proposta, stimolo e orientamento dei centri di servizio».
Maggiori sinergie
Per il presidente della Consulta Carlo Vimercati, le indicazioni emerse dal seminario nazionale di Bergamo sono suggerimenti di buon senso. «Per realizzare maggiori sinergie occorre che la nostra azione venga potenziata. A partire dei reali bisogni del volontariato».
Sul tappeto l?ambizione dei Co.Ge. a contare di più. Anche perché, di fatto, già oggi si assumono responsabilità superiori al proprio mandato di garanzia e controllo del sistema dei fondi speciali. All?ordine del giorno c?è l?esigenza di potenziare il raccordo tra il Co.Ge. e gli enti rappresentati nello stesso, diventare protagonista di processi di dialogo, coordinamento e concertazione tra i vari soggetti (Csv, fondazioni, enti locali) che con modalità diverse promuovono e supportano il volontariato.
Altri nodi cruciali, da discutere nella revisione della 266, sono quelli relativi ai finanziamenti dei progetti delle organizzazioni di volontariato (per sciogliere le incertezze sui criteri di assegnazione dei fondi all?insegna della trasparenza e dell?efficacia), e del miglioramento della qualità dei flussi informativi agli stakeholder, nell?ottica di maggiore comprensione dei meccanismi.
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