Economia

I tagli? Sono tutti colpa del ragioniere

«Bisogna far capire al Ragioniere dello Stato che l’aiuto allo sviluppo è un investimento e non beneficenza». Lo sfogo del sottosegretario agli Esteri, unico politico governativo alle giornate di Fire

di Paolo Manzo

Tra i sottosegretari agli Esteri, Alfredo Mantica è una sorta di Highlander: è l?unico ad avere avuto il coraggio di far vedere la sua faccia all?inaugurazione delle Giornate italiane per la cooperazione pochi giorni prima della battaglia in aula (al Senato) sulla Finanziaria, quando verrà decisa l?ennesima sforbiciata sulla cooperazione. Nel Salone de? Dugento di Palazzo Vecchio, i cartelli della campagna Sbilanciamoci! gli ricordano che questo governo (il suo) è quello che ha ridotto l?Aiuto pubblico allo sviluppo al minimo storico in percentuale. Superando gli Stati Uniti. Un record di cui non andare orgogliosi. Messo all?angolo da Vita, proprio come Highlander, resta in piedi e risponde su tutto. Chapeau. Vita: A vedere i 252 milioni di euro di tagli, tra Finanziaria e manovra correttiva, viene da dire che quelli del ministero dell?Economia vogliono male alla Farnesina, non crede? Alfredo Mantica: Non parlerei di uno scontro tra ministeri, ma di una differenza di fondo tra gli addetti alla cooperazione che se ne occupano a diverso titolo – dai funzionari della Farnesina alle ong – e il resto del paese. Perché, e qui sta il punto centrale, agli Esteri abbiamo l?idea che la cooperazione sia uno degli elementi prioritari della presenza dell?Italia nel mondo, anche per risolvere i problemi del nostro paese? Vita: Non ci sarà scontro tra ministeri, ma le sue parole e i tagli di Tremonti sono antitetici? Senza contare che la nostra cooperazione sta facendo interventi che servono, anche dal punto di vista commerciale, a portare in alto il nome del Sistema Italia. Mantica: Questa cultura che gli operatori della cooperazione – a diverso titolo e con diverse idee politiche – condividono, non è la stessa di un?altra parte del paese. Il Ragioniere generale dello Stato, per esempio, pensa che non si tratti di un investimento bensì di una liberalità. E, per venire ai tagli, fa come nelle famiglie a Natale: meno soldi, meno regali. È questo il problema. Vita: Si è tradito, usando la parola problema? Mantica: Il vero problema è che se ho 100 euro e li spendo male, alla fine nei pvs ne arrivano 50, mentre se li spendo bene ne arrivano 60, 70. Si potrebbe, quindi, raddoppiare l?Aiuto allo sviluppo senza toccare le entrate, ottimizzando l?efficienza e l?efficacia della nostra cooperazione. Per questo le dico: cominciamo a valutare tutte le strutture che abbiamo, a partire dalle agenzie internazionali dell?Onu, e a discutere della qualità dell?aiuto? Vita: Meno multilaterale, dunque? Mantica: Le strutture multilaterali – come le agenzie Onu – o quelle nate dagli accordi tra governi, dal G8 in giù, stanno prevalendo sulla bilaterale, cioè sulla scelta autonoma di un Paese. Noi non abbiamo nulla di cui vergognarci perché diamo 100 milioni di euro l?anno al Global Fund contro Aids, tbc e malaria, però andiamo sempre a versare 200 miliardi di vecchie lire dei cittadini italiani in un grande fondo dove, tuttavia, il ritorno di immagine è minimo? Vita: Ma se siamo l?unico Paese con un seggio unico, assieme a Giappone e Usa! Mantica: Sì, ma si sottrae quel denaro a un rapporto bilaterale che potremmo scegliere noi? Vita: Se questa è la sua opinione, perché abbiamo promesso 130 milioni di euro al Fondo Globale per il 2006? Mantica: Partiamo da un principio: prendere in giro i ricchi può essere divertente, ma prendere in giro i poveri è un atto di delinquenza. Per questo le ribadisco che se il governo italiano ha fatto promesse sul Fondo Globale, significa che le può mantenere. Vita: Peccato che nella Finanziaria non ci sia traccia di questa ?volontà di mantenimento?? Mantica: Ma anche nel 2004 e nel 2005 abbiamo fatto fatica a pagare i 100 milioni, ma poi ci siamo riusciti. Sono convinto che anche nel 2006 manterremo la promessa, pari a 130 milioni. L?unico impegno che non riusciremo a mantenere, glielo dico con grande chiarezza, è quello della quota Aps/Pil dello 0,33%, sancito dagli Accordi di Barcellona, nel 2002. Vita: Ma con i tagli proposti si rischia di scendere sotto lo 0,10%… Mantica: A proposito di queste percentuali fantomatiche: io penso che nel 2006 l?Italia arriverà probabilmente allo 0,26-0,27%, includendo l?azzeramento del debito dell?Iraq, il cui importo è notevole, quasi un miliardo di euro. Vita: Ministro, parliamo di un?altra cancellazione, quella sancita a Gleneagles nei confronti di 18 Paesi altamente indebitati. A differenza dell?irachena, quella cancellazione tanto pubblicizzata ci costa, perché dovremmo versare delle quote ai due massimi organismi multilaterali finanziari (Banca mondiale e Fmi). Ma quella somma, nella Finan-ziaria di Tremonti, non c?è? Mantica: Ma non credo che scatterà nel 2006… Comunque noi abbiamo stimato che la cancellazione annunciata a Gleneagles costerà all?Italia 2miliardi e 200 milioni di euro, non ovviamente in un esercizio solo. Il meccanismo è molto semplice: se vado ad azzerare il debito di questi Paesi verso la Banca mondiale, questa si trova priva di capitali e noi, come soci, andiamo a ricostituire il capitale. Il problema è capire come la banca, tenendo conto che l?accordo di Gleneagles è ventennale, andrà sia a chiudere il debito sia a recuperare il capitale. Sappiamo quanto costa all?Italia quella cancellazione, e lo metteremo in Finanziaria, o meglio nel Dpef, quando sapremo un minimo di particolari operativi. Se abbiamo detto sì, lo faremo. Ciampi: più risorse per la cooperazione Un’indicazione chiara nel messaggio per l’apertura delle Giornate «Le Giornate per la cooperazione italiana costituiscono una significativa occasione per mettere in rilievo l?azione che l?Italia svolge nel mondo in attuazione dei principi umanitari e solidali sui quali si fonda la comunità internazionale e a cui è ispirata la sua politica estera». È questo l?incipit del messaggio inviato dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi in occasione dell?apertura dei quaranta giorni che, sino al 6 dicembre, vedranno l?Italia al centro di forum, dibattiti e tavole rotonde sul tema dell?Aiuto pubblico allo sviluppo. Organizzate dal Dipartimento generale per la Cooperazione guidato dal ministro Giuseppe Deodato con il contributo essenziale dell?Ips (Inter Press Service), rete giornalistica specializzata nella costruzione di news dal Sud del mondo e unica testata media membro dell?Ecosoc Onu, le Giornate hanno l?obiettivo di porre sul tavolo i problemi e le grandi potenzialità di questo settore, strategico per la politica estera italiana. Il tema dei tagli (meno 152 milioni rispetto allo scorso anno in Finanziaria, altri 100 milioni in meno con la manovra correttiva) è stato portato nel Salone de? Dugento del Palazzo Vecchio dal forum alternativo Sbilanciamoci! che, in modo molto assai civile, ha ricordato che, oramai, l?Italia è distante anni luce dalle promesse fatte per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio Onu. Il presidente dell?Associazione ong italiane, Sergio Marelli ha ricordato che «rispetto ai tempi previsti dalla legge 209 del 2000, l?Italia avrebbe dovuto azzerare il triplo del debito oggi cancellato», mentre l?operazione del governo – ossia calcolare, secondo i criteri Ocse, l?Aiuto pubblico allo sviluppo come impegno finanziario a favore della cooperazione per arrivare a un artificioso 0,27% – è «subdola». Sulla necessità di finanziare adeguatamente la Cooperazione è intervenuto anche Ciampi: «L?attuazione degli impegni assunti con la Dichiarazione del Millennio costituisce un imperativo morale cui nessuno può sottrarsi e richiede una azione determinata e risorse commisurate alla complessità e alla importanza della sfida». Un chiaro appunto alle ?sforbiciate in allegria? di Tremonti. Ora, un?importante occasione di verifica della possibilità di partnership tra agenzie dell?Onu e ong è rappresentata dal convegno, in programma l?11 novembre all?Unioncamere a Roma, al quale parteciperanno, tra gli altri, il ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, il sindaco di Roma, Walter Veltroni e il rappresentante dell?Onu per l?Iraq, Staffan de Mistura.


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