Welfare
I singles mettono in guardia Berlusconi
L'associazione delle persone che vivono sole chiede al futuro presidente di non pensare solo alle famiglie nelle politiche sociali.
Il familismo del futuro governo Berlusconi spaventa i singles italiani. Che metttono le mani avanti Il nuovo governo non dimentichi i singles: sia “imparziale”, dia a tutti “pari opportunità”, e non governi “solo per una parte della popolazione, dimenticandosi di quel 40% costituito da “famiglie diverse”.
E’ l’appello che l’Anis, l’associazione dei singles italiani, rivolge al futuro premier Silvio Berlusconi, augurandosi che il suo esecutivo, “al di là della politica che intende fare in difesa e tutela della famiglia, tenga presente che esistono anche i singles”.
E non sono pochi: tra celibi, nubili, separati, divorziati e vedovi, sono circa il 40% degli italiani. Infatti, il 22.8% delle famiglie sono costituite da un solo individuo, l’11.3% da un monogenitore, 340 mila coppie convivono, le separazioni sono 62.737 e i divorzi 33.510.
Ma nonostante queste cifre, lamenta l’Anis, i singles sono “ignorati”. “Il single non ha alcuna agevolazione, ha meno diritti e tante responsabilità”. Qualche esempio. Elenca l’associazione:”Ha un unico reddito, non ha sgravi fiscali o agevolazioni per l’acquisto della prima casa o l’assegnazione di alloggi popolari, non ha diritto all’adozione e neppure alla procreazione assistita. In caso di malattia nessuno lo assiste, le madri con figli devono lavorare…”.
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