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I sindaci si appellano a Renzi: il decreto legislativo sul gioco va cambiato

Il sindaco di Lecco, Virginio Brivio, ha mandato una lettera al Premier e per conoscenza al Sottosegretario Baretta, chiedendo che ci sia un ripensamento relativo «alle misure su pubblicità, tutela dei minori e compiti di Regioni e Comuni»

di Lorenzo Maria Alvaro

«Nella bozza di decreto diffusa il 26 marzo riscontriamo aspetti molto critici, a nostro giudizio addirittura in contrasto con l'art. 14 della Delega Fiscale, Legge 23/2014. E secondo noi contrastano con la possibilità di frenare gli impatti devastanti prodotti dal gioco d'azzardo eccessivo e patologico, e l'emergenza sociale conseguente alla dispersione delle risorse economiche delle famiglie e alla diffusione della criminalità locale, che sono stati i motivi dell'impegno dei Comuni con norme volte a tutelare le fasce più fragili dei propri cittadini».

Firmato Virginio Brivio, sindaco di Lecco. Questo è l'incipit della lettera (scaricabile in allegato) con cui il primo cittadino lombardo, a nome di una rete di sindaci italiani, si è appellato a Matteo Renzi e al sottosegretario Baretta, per scongiurare che il decreto legislativo in materia di azzardo che dovrà essere emanato nelle prossime settimane vanifichi tutti gli sforzi dei territori messi in campo contro il Gap.

In particolare i comuni, spiega Brivio, chiedono:

  1. Il rispetto dei principi e criteri direttivi dell'art.14 della Delega Fiscale
  2. Una regolamentazione stringente della pubblicità
  3. Pieni poteri e competenze territoriali sul gioco d'azzardo a comuni e regioni
  4. La razionalizzazione territoriale, riduzione e progressiva concentrazione della raccolta di gioco
  5. La possibilità di autoesclusione dal gioco  

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