L'appello
I sindaci del Sud al Governo: no ai tagli al servizio civile
Oltre 20mila posti di volontari in meno rispetto al 2023. Cade un supporto indispensabile per garantire a molti piccoli comuni la continuità di alcuni servizi essenziali ai cittadini. I primi cittadini non ci stanno e scrivono alla Meloni
un taglio che è un colpo durissimo per tutti: per i giovani del Sud, in particolare per quelli che risiedono nelle aree interne e per i Comuni che spesso grazie ai volontari del servizio civile assicurano la continuità di servizi essenziali ai cittadini.
Questo, in sintesi, il senso delle note con le quali molti sindaci stanno scrivendo al governo Meloni per chiedere di riconsiderare il ridimensionamento del numero dei posti dei volontari in servizio civile finanziati che da circa 71mila del 2023 sono scesi a 50mila per il 2024.
«Un provvedimento inspiegabile sicuramente non in linea con le intenzioni espresse dallo stesso governo con l’ipotesi di estendere anagraficamente la platea dei volontari e con l’aumento dell’importo mensile percepito dai volontari, portato da 444 a 507 euro», dice Ciro Aquino, il sindaco di Montefredane, in provincia di Avellino, che ha promosso e sottoscritto il documento inviato alla Meloni.
Complessivamente, sono 171 i posti di volontari del servizio civile saltati nei 15 piccoli comuni irpini firmatari dell’appello.
«Si tratta di una decisione inspiegabile anche perché i giovani impegnati nel servizio civile da anni supportano gli Enti locali, le pro loco e gli enti del terzo settore a garantire servizi e iniziative in particolare quelle sociali e culturali», conclude il sindaco Aquino.
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«Siamo difronte ad una decisione miope e controproducente che sacrifica il futuro dei giovani e indebolisce il tessuto sociale del Paese. La riduzione dei fondi destinati al servizio civile apre una ferita insanabile che va ad alimentare quel processo di spopolamento che vede quotidianamente i giovani delle nostre terre partire per andare a costruire il proprio futuro altrove», sottolinea Carmine Agostinelli, sindaco di San Bartolomeo in Galdo, in provincia di Benevento, firmatario, insieme ad altri sindaci del Fortore – zona alto collinare del Sannio campano, al confine con la Puglia dauna – di un appello molto simile a quello dei sindaci irpini.
Il taglio dei posti non si spiega anche alla luce del fatto che l’esecutivo ha disposto recentemente che il 15% dei posti messi a concorso nella Pubblica Amministrazione debbano essere riservati ai candidati che hanno concluso un periodo di servizio civile volontario.
Nei documenti i sindaci chiedono se e quali iniziative il governo intenda intraprendere per ricercare le risorse di bilancio necessarie a consentire il finanziamento degli stessi posti dell’anno precedente e chiedono un contributo economico agli Enti locali ai quali sono stati tagliati i posti dei volontari.
Intanto, Toni Ricciardi, vicepresidente del gruppo del Partito democratico alla Camera dei deputati, ha sottoscritto l’appello dei sindaci irpini ed ha presentato un’interrogazione urgente al governo chiedendogli «di porre rimedio a questo grave errore».
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