Migranti e Politica
I sindaci a Piantedosi: il governo non blocchi l’accoglienza diffusa
Di fronte al silenzio del governo sulla prosecuzione dei progetti del Sistema di Accoglienza e Integrazione-Sai che rischiano la chiusura, alcuni sindaci scrivono al responsabile del ministero dell'Interno
Nelle loro comunità il Sistema accoglienza integrazione-Sai da tempo sta dimostrando di essere un modello virtuoso. La Rete dei Piccoli comuni del welcome-Pcw dal 2016 promuove nei territori delle aree interne – con un metodo di welfare olistico descritto nel proprio Manifesto – il sistema dell’accoglienza diffuso delle persone migranti in una logica di superamento del mainstream della “coperta corta” per gli italiani a vantaggio degli “stranieri che arrivano”. L’accoglienza diffusa a governance pubblica, dunque, non è uno “strumento” di accoglienza, ma un “metodo”, quello del welfare community, dove la collaborazione fra ente locale, terzo settore e cittadinanza si attivano insieme e creano coesione sociale e sviluppo territoriale.
Ecco perché, di fronte all’atteggiamento politico assunto dal governo italiano in tema di (non)accoglienza delle persone migranti la Rete Pcw non poteva tacere.
Il 31 dicembre è vicino e non si sa ancora nulla rispetto alle decisioni del governo sulla
Angela De Luca, sindaca di Altofonte (Pa)
prosecuzione dei progetti Sai che scadono a fine anno
Durante un incontro nella sede della Associazione nazionale comuni italiani-Anci Sicilia, a Palermo, i sindaci siciliani aderenti alla Rete Pcw hanno espresso forte preoccupazione per il ritardo dell’emanazione dei decreti con i quali il Governo dovrebbe consentire la prosecuzione dei progetti comunali di accoglienza diffusa.
In Italia sono 8.600, infatti, i posti nei Sai, compresi quelli per i Minori stranieri non accompagnati-Msna, per i quali oltre 200 Comuni italiani titolari hanno presentato domanda di prosecuzione entro lo scorso maggio e sono ancora in attesa di una risposta. A questi si aggiungono gli oltre 4mila posti Sai finanziati tra agosto e settembre 2022 per far fronte alle esigenze di accoglienza determinatesi a seguito dei conflitti in Afghanistan e Ucraina, con scadenza alla fine del 2023, dei quali non si hanno informazioni circa la possibile prosecuzione, nonostante le richieste ufficiali presentate anche dall’Anci nazionale (qui un approfondimento).
Insieme al presidente e al segretario generale Anci Sicilia, Paolo Amenta e Mario Alvano e al referente nazionale della Rete dei Piccoli Comuni del Welcome, Angelo Moretti, i sindaci di Altofonte, Santa Cristina Gela, San Salvatore di Fitalia, Polizzi Generosa, Mirto, Castelbuono, Piana degli Albanesi, Galati Mamertino, Contessa Entellina, hanno scritto una nota nella quale auspicano che il Governo e, in particolare, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi provvedano nel più breve tempo possibile alla decretazione della prosecuzione dei progetti Sai attivi nei territori italiani i cui termini scadranno il prossimo 31 dicembre 2023 e alla attivazione dei nuovi progetti Sai nei Comuni che ne hanno fatto, e ne stanno facendo, richiesta in questi ultimi mesi.
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«I Comuni sono e vogliono essere protagonisti di politiche migratorie stringendo un patto con la propria comunità e coinvolgendo anche quelle realtà sociali che, negli anni, hanno accresciuto la professionalità necessaria all’accoglienza, alla protezione e inclusione delle persone migranti e alla loro integrazione sociale ed economica», ha affermato il sindaco di Castelbuono (Pa), Mario Cicero.
La scelta di essere accoglienti è una scelta politica, ma anche umana: «Non possiamo restare indifferenti alle donne, ai bambini, ai loro sguardi, alle loro richieste di aiuto e di un abbraccio. La politica deve avere al centro prima di tutto la persona, l’uomo», ha concluso Angela De Luca, sindaca di Altofonte (Pa).
nella foto di copertina: il sindaco del Comune di Polizzi Generosa (Pa), Gandolfo Librizzi (occhiali, al centro), abbraccia una famiglia appena riunita grazie al progetto Sai attivato di recente (foto concessa a VITA dal sindaco Librizzi)
le altre foto sono di Gabriella Debora Giorgione
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