Salute

I sieropositivi e la legge 40

Interrogazione parlamentare per eliminare l'articolo che consente l'accesso alle tecniche di fecondazione assistita solo per motivi di sterilità. Katia Zanotti (DS) e Filomena Gallo: "Serve un misu

di Sara De Carli

La legge 40 e le coppie sieropositive. Ovvero le migliaia le coppie con uno o entrambi i partner sieropositivi, potenzialmente in grado di avere un figlio sano con la fecondazione assistita, a cui oggi la legge 40 di fatto, nega tale possibilità in quanto quetse coppie non hanno alcuna diagnosi di sterilità. E’ quanto riportato oggi in un incontro a Roma dall’immunologo Fernando Aiuti per fotografare l’entita’ del problema gia’ sollevato dall’interrogazione presentata il 14 Ottobre al Ministro della Salute Francesco Storace, a prima firma di Katia Zanotti (DS) e sottoscritta da parlamentari di ogni schieramento, sulle gravi conseguenze del divieto di accesso alla fecondazione assistita per coppie non sterili: tra cui anche quelle colpite dal virus dell’HIV. Con l’interrogazione si chiede di emanare una norma che permetta l’accesso alle tecniche di procreazione assistita anche ai portatori di patologie virali e sieropositivi. L’interrogazione potrebbe trovare risposta gia’ questa settimana in aula, ha detto Filomena Gallo, presidente dell’Associazione Amica Cicogna ONLUS che, insieme all’associazione Luca Coscioni per la liberta’ di ricerca scientifica, la sostiene. Si chiede cioe’ la modifica agli articoli secondo cui il ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita e’ consentito solo nei casi di sterilita’ o di infertilita’ documentati da atto medico e non per aiutare coppie con malattie genetiche o sieropositivi ad avere un bimbo sano. Oggi in Italia i sieropositivi noti sono circa 80 mila, ha ricordato Aiuti, che e’ anche Presidente di ANLAIDS, di questi 35-40 mila gli uomini e circa 15 mila le donne in eta’ fertile. Molti di questi, ha proseguito l’immunologo, volendo, potrebbero usufruire di semplici tecniche per avere un figlio sano e al tempo stesso non rischiare di contagiare il partner. Se nella coppia e’ lui ad essere sieropositivo, ha spiegato Aiuti, basta ricorrere al lavaggio dello sperma e all’inseminazione artificiale per evitare con assoluta certezza che nasca un bimbo non sano e per evitare che la partner sia contagiata durante il concepimento. Se e’ lei ad essere sieropositiva oggi il parto cesareo e la profilassi farmacologica permettono quasi nel 100% dei casi di evitare il contagio del nascituro, ma senza l’inseminazione artificiale rimane il problema di come evitare il contagio del partner. Per queste coppie, ha affermato Aiuti, rimane come unica possibilita’ quella di andare all’estero, dove il lavaggio dello sperma e la fecondazione in vitro e’ loro permessa anche se non sono sterili. ”Ci auguriamo un atto concreto al seguito di questa interrogazione parlamentare – ha dichiarato la Gallo – ma anche che nei programmi politici venga messa tra i primi punti la modifica della legge 40”.


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