Famiglia

I saggi fanno loro le idee delle coop sociali

Nel documento presentato a Napolitano, il capitolo dedicato al sostegno delle famiglie si ispira alle proposte presentate dall’Alleanza delle Cooperative sociali. Ecco le pagine dedicate alla questione

di Redazione

Sostenere le famiglie
Da tempo la famiglia italiana svolge una faticosa funzione di supplenza, al punto da essere considerata il principale “ammortizzatore sociale” del Paese. La crisi ha reso ancora più fragile la condizione delle famiglie, con effetti negativi anche sulla loro capacità di farsi carico di attività di assistenza sia all’interno delle reti familiari, sia verso l’esterno. Il lavoro di cura grava soprattutto sulle donne, i cui carichi di lavoro complessivi sono significativamente superiori a quelli sostenuti dagli uomini. Va poi notato che, a seguito dell’allungamento della vita media e al calo della natalità, l’Italia va incontro a squilibri crescenti di natura demografica. Inoltre, il problema della non autosufficienza è destinato a divenire ancora più rilevante.
In questo quadro, si segnala l’opportunità di ripensare l’attuale sistema fiscale allo scopo, da una parte, di riequilibrare l’attuale dinamica demografica, tendendo almeno ad eliminare i disincentivi esistenti, di fatto, per i nuclei familiari; dall’altra, di riconsiderare la fiscalità sulle abitazioni (per gli aspetti legati agli interventi di riqualificazione degli edifici e di aumento dell’efficienza energetica si vedano i capitoli successivi). Inoltre, si dovrebbe puntare ad incentivare prestazioni assistenziali non monetarie, avvalendosi delle potenzialità offerte dal Terzo Settore, anche per scongiurare il rischio che, dati i vincoli di finanza pubblica, l’assistenza si concentri verso le situazioni più gravi, riducendo gli interventi più propriamente sociali, di accompagnamento, promozionali, preventivi, ambientali, di comunità.
Il settore dell’assistenza domiciliare, in particolare, rimane un settore non coordinato col sistema integrato dei servizi, con la rete di welfare locale e comunitario, ed è caratterizzato da una scarsa qualificazione e un’alta discontinuità dell’assistenza. In questo ambito andrebbe valutata la possibilità di istituire “buoni-servizio” che i cittadini e le famiglie possono usare per acquistare servizi di welfare all’interno di un mercato regolato, nel quale la funzione pubblica sia quella di garantirne qualità e prezzo.
Al di là di interventi organici nel settore dell’assistenza, non può non essere sottolineata l’urgenza di rifinanziare entro il mese di giugno il meccanismo degli ammortizzatori sociali in deroga per il secondo semestre dell'anno 2013 (circa un miliardo di euro, da valutare in funzione 24
dell'evoluzione della situazione economica). Inoltre, va affrontata la grave questione dei cosiddetti “esodati”, individuando con precisione la platea interessata da questo fenomeno e definendo gli eventuali interventi normativi necessari per evitare il suo ripetersi in futuro ed avviare iniziative per favorire l’attività di tali soggetti in un’ottica di solidarietà intergenerazionale. Infine, va ricordato che a fine marzo è scaduta la moratoria sui mutui delle famiglie in difficoltà, anche se sembra ormai prossimo l’avvio di un nuovo meccanismo che dovrebbe affrontare in modo adeguato tale situazione: a tale proposito, data la situazione congiunturale ancora difficile, è importante assicurare un’adeguata dotazione del fondo di solidarietà da utilizzare a tale scopo.

Definire il nuovo ISEE
È importante definire quanto prima il nuovo Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), partendo dalla proposta già discussa presso la conferenza Stato-Regioni. Da tale indicatore, infatti, dipende un’ampia serie di benefici e prestazioni sociali erogati sia dalle amministrazioni centrali, sia dalle Regioni e dagli enti locali. L’attuale indicatore presenta una serie di inconvenienti, evidenziati nei lavori preparatori della proposta sopra citata, che determinano iniquità e distorsioni, limitandone la capacità selettiva e, quindi, l’efficacia.

Rendere operativo il casellario dell’assistenza
Il sistema pubblico eroga nel suo complesso oltre 96 miliardi di euro di prestazioni assistenziali, escluse quelle sanitarie. Le prestazioni assistenziali erogate dall’amministrazione centrale o per conto delle amministrazioni territoriali ammontano a 90 miliardi di euro, quelle erogate dal sistema degli enti territoriali ammontano a 6,2 miliardi di euro. Ovviamente, nell’ambito del complesso sistema di lotta alla povertà ed al bisogno, riveste fondamentale importanza la corretta identificazione del perimetro di tale fenomeni attraverso il censimento continuo di tutte le prestazioni assistenziali e la tempestiva imputazione ai relativi beneficiari, anche allo scopo di contrastare fenomeni di indebita percezione di benefici.
Occorre, pertanto, dare avvio immediato ai decreti attuativi del Casellario dell’Assistenza istituito dalla legge 78 del 2010, la cui realizzazione consentirebbe una visione integrata dei soggetti assistiti, delle risorse complessivamente impegnate dalle diverse amministrazioni pubbliche e una migliore integrazione con le iniziative realizzate dal Terzo Settore.

La questione del reddito minimo di inserimento
Da diverse parti è stata avanzata la proposta di introdurre un reddito minimo di inserimento, che leghi il sostegno ad una "condizione di povertà" e all'inserimento lavorativo e sociale (ad esempio, attraverso formazione e tirocini, o altre iniziative previste dalle politiche attive del lavoro), al fine di evitare che una condizione di difficoltà economica temporanea diventi strutturale e si trasformi in esclusione sociale. Tali misure, onerose e quindi difficilmente realizzabili nelle attuali condizioni di bilancio a meno di una decisa redistribuzione delle risorse disponibili, hanno dato buona prova 25
in alcuni paesi europei (ad esempio la Francia). Il Gruppo di lavoro non ha avuto modo di analizzare in dettaglio le diverse proposte; tuttavia, ritiene utile suggerire un approfondimento della questione nell’ambito di un possibile ridisegno delle politiche sociali.
 


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