Sostenibilità
I sacchetti di mais contro l’emergenza rifiuti
Coldiretti: stop agli inquinamenti della plastica con i derivati del granoturco prodotto in campagna
di Redazione
Basta mezzo chilo di granoturco e un chilo di girasole per produrre circa 100 bustine di bioplastica non inquinante (bio shopper) che possono sostituire i normali sacchetti della spesa in plastica che vengono dispersi nell?ambiente dove occorrono duecento anni per decomporli e dare un contributo non indifferente per combattere l?emergenza anche rifiuti in Campania . E? quanto è emerso nell?incontro dei direttori della Coldiretti a Napoli dove il presidente nazionale Sergio Marini ha presentato il primo prototipo di busta della spesa ottenuta dalle coltivazioni agricole che non produce rifiuti. Abbandonare completamente le bustine della spesa di plastica in Italia significa – sottolinea la Coldiretti – ridurre l?emissione di 400mila tonnellate di anidride carbonica (CO2) grazie a un risparmio nei consumi di petrolio stimato pari a 200mila tonnellate l?anno e un contributo concreto al raggiungimento degli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto. Si potrebbe evitare la dispersione nell?ambiente – precisa la Coldiretti – di trecentomila tonnellate di plastica utilizzate annualmente per i sacchetti che potrebbero essere realizzati con materiali biodegradabili di origine agricola come il granoturco che l?agricoltura italiana offre in abbondanza, con un effetto ambientale che giustifica l?attuale differenza di costo di pochi centesimi e che tende progressivamente a ridursi (8 centesimi per il sacchetto biodegradabile rispetto ai 5 di quello in plastica tradizionale). Peraltro – conclude la Coldiretti – la ?coltivazione? della plastica potrebbe rappresentare una importante opportunità per il recupero ambientale di aree degradate e inquinate che non possono essere destinate alla coltivazione per fini alimentari.
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