Famiglia

I rom di via Capo Rizzuto due anni dopo

Bilancio di due anni di progetto della Casa della Carità con il Ceas. Tutti i rom sono vicini all'autonomia abitativa e lavorativa

di Redazione

Il 29 giugno 2005, a seguito dello sgombero della baraccopoli di via Capo Rizzuto dove vivevano, 71 persone rom rumene non espellibili rimasero senza un posto dove stare. Vennero accolte in emergenza dalla Casa della carità e da quel momento partì un percorso sperimentale di integrazione sociale finalizzato all?autonomia economica e abitativa. Due anni dopo lo sgombero del campo di via Capo Rizzuto, le famiglie rom inserite nel progetto di inclusione sociale della Casa della carità, in collaborazione con il Ceas, sono tutte avviate all?autonomia lavorativa e abitativa.

Il progetto ha riguardato 15 famiglie, che sono state ospitate dalle strutture del Ceas (Centro ambrosiano di solidarietà) al parco Lambro e in tre appartamenti di via Varanini messi a disposizione dalla provincia di Milano. Dopo due anni, 6 famiglie vivono autonomamente in appartamenti presi in affitto (di queste, 2 stanno ultimando i traslochi in questi giorni). Altre 3 si trasferiranno subito dopo l?estate. Per le restanti 6 è previsto il passaggio in una casa nel 2008. Tutte le famiglie sono in grado di sostenere le spese grazie a un?adeguata condizione reddituale e al rispetto del Piano di risparmio personalizzato.

Il gruppo è stato accolto all?interno del progetto dopo un Patto siglato insieme, vale a dire stipulando un accordo che prevede il comune impegno ad attivarsi positivamente nel percorso di integrazione sociale rispettando alcune norme reciprocamente discusse e condivise. Lo strumento per attuare e rispettare il Patto è l?assemblea settimanale, un momento strutturato per facilitare la libera comunicazione e il confronto reciproco sui fatti, i problemi e le tematiche importanti che emergono all?interno del gruppo e del progetto.

Inserimento scolastico dei minori
I minori in età scolare che hanno concluso l?anno scolastico 2006-2007 sono stati 23. Tutti sono stati inseriti all?interno del progetto ?Ospitare l?infanzia?, finanziato per due anni consecutivi dal ministero della Pubblica istruzione come progetto pilota. Questo prevede l?elaborazione, in collaborazione con le scuole coinvolte, di un percorso di apprendimento personalizzato per ciascun alunno, sostenuto da un facilitatore-educatore presente durante le lezioni e rafforzato dalle attività dei laboratori ludico-ricreativi organizzati nel doposcuola.

Inserimento lavorativo degli adulti
Gli uomini
Tutti i 15 capifamiglia lavorano regolarmente assunti da ditte edili, cooperative di pulizia e servizi e aziende agricole. Tra loro, 5 hanno un contratto a tempo indeterminato e 7 a tempo determinato. Soltanto tre uomini lavorano ancora saltuariamente, due perché suonano nella Banda del villaggio e uno perché ha notevoli problemi di accesso al mercato del lavoro regolare a causa dell?età avanzata (50 anni). Tuttavia questi tre capifamiglia stanno frequentando un corso per muratori organizzato dalla Casa della carità in collaborazione con la Camera del lavoro di Milano ed Esem (Ente scuola edile milanese).

Le donne
Le donne che lavorano regolarmente full time sono 4, di cui 2 come operaie in cooperative di servizi e 2 come braccianti agricole. Altre 2 donne hanno un impiego part time in qualità di collaboratrici domestiche mentre altre 2 lavorano saltuariamente come addette alle pulizie in una cooperativa di servizi. Un?altra donna usufruisce di una borsa lavoro e svolge la mansione di aiuto-cuoca.

La Banda del villaggio
La Banda del villaggio è composta da otto elementi, sei uomini e due donne. Ognuno ha anche un lavoro regolare. Il gruppo è nato dopo l?estate 2005 in virtù delle notevoli capacità artistiche dei musicisti, che fino ad allora suonavano chiedendo l?elemosina sui mezzi pubblici milanesi. In quasi due anni la Banda del villaggio, grazie anche all?impegno e alla guida di Ciro Menale dell?Associazione nazionale Dopolavoro ferroviario di Milano, ha realizzato un cd, partecipato al film del duo comico Ale&Franz, suonato insieme ad artisti come Moni Ovadia e Vladimir Denissenkov e tenuto oltre 100 concerti in tutta Italia.

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