Politica
I rifiuti? Pazzo chi li butta
Buone notizie dalla fiera della sostenibilità di Rimini. Non è solo un beneficio ambientale: valorizzare i materiali usati è sempre di più una scommessa industriale
Il riutilizzo dei rifiuti è molto di più che una buona azione, è convinto Corrado Scapino, presidente di Unire, neonata associazione delle imprese di recupero all?interno di Confindustria. Unire ha presentato alla fiera Ecomondo il Rapporto Italia del recupero 2005. «I dati della relazione dicono una verità molto semplice: il rifiuto è sempre più materia prima di alto valore economico. Valorizzarlo è diventata una questione di politica industriale, prima ancora che ambientale. Nel settore della carta, ad esempio, nel 2004 le esportazioni italiane di macero hanno superato le importazioni, capovolgendo un deficit che ci penalizzava da molti anni. Ora è il momento di incentivare le imprese ad aumentare le produzioni in carta riciclata».
Il rapporto Unire mette in luce le aree storiche di eccellenza, i settori emergenti, ma anche i punti di debolezza del sistema nazionale di recupero (che comprende, ricordiamo, sia il riciclo che il recupero termico, cioè la trasformazione del rifiuto in energia attraverso l?incenerimento).
Eccellenza alluminio. Un primato italiano consolidato è la valorizzazione dell?alluminio, nel quale l?industria nazionale è da anni in posizione di rilievo nel panorama mondiale per quantità di materiale riciclato, terza al mondo insieme alla Germania, dopo Stati Uniti e Giappone. Nel settore degli imballaggi, in particolare, la raccolta differenziata sta dando risultati molto positivi: nel 2004 il Cial – Consorzio imballaggi alluminio, con la collaborazione di 4.500 Comuni e 42 milioni di cittadini, ha recuperato 34.400 tonnellate di materiale, pari al 51% della quantità circolante oggi nel nostro Paese.
Autodemolizioni ok. Buoni risultati cominciano ad arrivare dall?autodemolizione, dove l?Italia riesce a recuperare circa l?80% dei veicoli fuori uso, un risultato abbastanza vicino agli obiettivi dell?85% fissati dall?Unione Europea per il 1° gennaio 2006.
Rifiuti elettronici in ascesa. Nel campo dei rifiuti elettronici (i cosiddetti Raee), si profila per i prossimi anni un aumento esponenziale dei rifiuti di computer e di telefonini, successivo al boom dei consumi, ma la fase di riciclo è estremamente complessa perché si tratta di apparecchiature composte da molti materiali diversi, comprese sostenze pericolose per l?ambiente e per la salute: tipico il caso dei Cfc nei frigoriferi o i metalli pesanti, soprattutto cadmio, nel tubo catodico dei televisori o degli schermi dei computer tradizionali. Dopo lunghissime attese, l?estate scorsa il governo ha finalmente recepito la direttiva europea in materia, fissando il termine del 31 agosto 2006 per l?adeguamento da parte delle imprese produttrici e distributrici.
Inerti maglia nera. Molto arretrato, infine, il settore edilizio nella gestione dei rifiuti definiti inerti, 40 milioni di tonnellate l?anno provenienti da demolizioni o ristrutturazioni di edifici, delle quali viene riciclato solo il 10%. Lo sviluppo di un?industria del riciclo sana e vitale è molto legata alle scelte del potere politico, conclude Scapino. «Il governo è al lavoro per varare il nuovo testo unico sui rifiuti, nell?ambito della legislazione ambientale. Il mio auspicio è che l?intervento pubblico nella gestione dei rifiuti domestici si concentri dove è indispensabile, lasciando alla libera iniziativa delle imprese la gestione dei rifiuti che hanno già un proprio mercato come materie seconde. Rinforzando i controlli per combattere
l?illegalità e non scoraggiando le imprese serie».
Cifre in fiera
Riciclato costa meno. Ecco le prove
L?altalena per il parco giochi, che vedete qui a sinistra, è realizzata interamente in materiale riciclato, e costa meno di quella convenzionale, dice un recente studio dell?Osservatorio nazionale rifiuti presentato ad Ecomondo 05, la fiera della sostenibilità che si è tenuta a Rimini dal 26 al 29 ottobre. La prima prima indagine condotta a livello nazionale sugli acquisti verdi delle pubbliche amministrazioni conferma come i prodotti in carta, plastica, legno e gomma realizzati con materiale riciclato siano altrettanto belli ma più convenienti di quelli realizzati in materiale vergine. A dirlo sono proprio i prezzi di vendita di oltre 1.400 prodotti, tra cui carta per ufficio, quaderni, articoli per cancelleria, pavimentazioni, arredi, giochi per aree verdi. In particolare, sono stati rilevati i prezzi di 278 prodotti in carta, 271 prodotti in gomma, 504 prodotti in legno, 371 prodotti in plastica. L?indagine, scaricabile online, è stata realizzata dai ricercatori dell?università La Sapienza di Roma, in collaborazione con l?Osservatorio nazionale sui rifiuti.
Info: www.osservatorionazionalerifiuti.com
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