Famiglia
I progetti mirati per linfanzia travolta dal terremoto. Bambini, che cosa si fa per loro
Da Telefono Azzurro, con il suo team di psichiatri per combattere lo choc da catastrofe, ai progetti della Commissione e degli enti per le adozioni.
Se gli effetti visibili di questa apocalisse sono sotto gli occhi di tutti, gli effetti ?invisibili? non sono meno devastanti. «Il trauma psicologico generato da una calamità così immane», spiega il professor Ernesto Caffo, neuropsichiatra infantile e presidente di Telefono Azzurro, «coinvolge la dimensione complessiva di una comunità, ogni istante della vita, ogni azione. E mentre gli adulti sono impegnati nelle emergenze pratiche, i bambini rischiano di avere scarse risposte di cura, proprio nel momento in cui sono più disorientati».
Il rischio, dietro l?angolo, è che ci sia una percentuale di bambini colpiti da disturbo post traumatico da stress, o Ptsd, un disturbo psicologico che si manifesta con paura, sintomi dissociativi, disordini depressivi, disturbo dell?adattamento, ansia. «Il trauma non costituisce solo un fattore di rischio per una serie di disturbi mentali», spiega Caffo, «ma può anche condizionare lo sviluppo del bambino, i suoi processi di apprendimento e socializzazione. Occorre quindi intervenire precocemente: la prontezza nell?identificazione del disagio e nell?intervento rappresenta un importante fattore protettivo».
Per questo Telefono Azzurro sta coordinando una task force internazionale di psichiatri infantili della Società europea di psichiatria e del Cohen Harris Center for trauma and disaster intervention, per aiutare le piccole vittime. «Abbiamo identificato i colleghi presenti sul posto», prosegue Caffo, «e tutte le altre figure locali che lavorano nel campo della salute mentale, per supportarli e sviluppare un modello d?intervento. Intendiamo poi sviluppare programmi sulle scuole e altri interventi psicosociali e assistenziali sui genitori. Infine, valuteremo le situazioni più critiche per fare interventi mirati, fino alla costruzione di un ?trauma center? che rappresenti un riferimento per tutto il territorio».
Telefono Azzurro:
www.azzurro.it
800.410410
Il dramma degli orfani
Dalle prime ore successive alla tragedia, centinaia di famiglie hanno scritto e telefonato alla Commissione adozioni internazionali, offrendo la loro disponibilità ad accogliere i piccoli sopravvissuti rimasti senza famiglia. «Uno slancio comprensibile, ma prematuro rispetto alla situazione in atto e alle esigenze dei bambini», ci spiega Melita Cavallo, presidente Cai. «Per adesso la priorità è la protezione dell?infanzia attraverso la cura e la tutela dei piccoli soli, e il ricongiungimento con i parenti sopravvissuti, che possono trovarsi anche in altre zone del loro Paese».
Entro pochi giorni sul sito Commissione Adozioni saranno pubblicati tutti i progetti degli enti autorizzati e di altri enti di solidarietà mirati sull?infanzia nelle zone del maremoto. «Il ministro Prestigiacomo ci ha inoltre chiesto di stanziare una parte rilevante del nostro budget proprio per progetti d?intervento nel Sud-Est asiatico», precisa la Cavallo. «Si tratta di circa un milione di euro». E per i bambini che risulteranno davvero orfani? «Se i Paesi colpiti ci chiederanno, in futuro, di effettuare accoglienze temporanee o definitive», spiega la presidente, «saremo pronti a rispondere. Ovviamente, attraverso le famiglie in regola con le procedure di adozione e in attesa di un abbinamento».
La risposta degli enti
Sulla stessa lunghezza d?onda anche i maggiori enti autorizzati alle adozioni internazionali: ciò che serve adesso, puntualizzano, non è l?allontanamento all?estero, ma la protezione e l?accoglienza in loco dei minori soli. Il 5 gennaio sono partiti alla volta di Colombo due operatori italiani di AiBi, presente in Sri Lanka dal 1998. Attraverso il partner locale, le Suore della Beata Vergine di Cremona, e in base all?esperienza già acquisita in Kosovo e Bosnia Erzegovina, l?ong lavorerà «nel supporto psicologico, per i ricongiungimenti familiari e in attività di animazione nelle scuole e nei villaggi», spiega il presidente Marco Griffini. È possibile sostenere il progetto attraverso donazioni libere o sostegni a distanza semestrali e annuali. Anche il Cifa, storicamente presente nel Sud-Est asiatico, ha referenti in Sri Lanka e in India, in zone fortunatamente risparmiate dall?onda. «Abbiamo cercato di dare una prima risposta attivando una raccolta fondi», spiega il presidente, Gianfranco Arnoletti. «La nostra attenzione sarà rivolta in particolare agli orfani e ai bambini in difficoltà».
Sono stati giorni di grande ansia anche al Ciai, ente storico e legatissimo all?India: «Abbiamo passato ore d?angoscia per la Joy Home di Pondicherry, a sud di Madras, che ospita 400 bambini orfani e con disabilità sostenuti a distanza», spiega Donatella Ceralli, responsabile relazioni esterne. «Poi abbiamo ricevuto conferma che stanno tutti bene, anche se la situazione è drammatica. Chi ha visto i villaggi lungo la costa sud orientale dell?India, sa bene quanto il mare rappresenti la vita e l?unica forma di sostentamento. Adesso che questo stesso mare ha spazzato via tutto, bisogna aiutarli a ricostruire». Ciai ha diversi progetti, tra cui il supporto alla creazione di cooperative di pescatori per riacquistare barche (che costano circa 200 euro l?una) e reti da pesca. E poi, sul fronte bambini, un lavoro di registrazione e accoglienza di tutti i minori rimasti soli. È possibile sostenere i progetti di prima emergenza o sostegni a distanza specifici.
AiBi:
Amici dei Bambini
800.224455
Cifa:
Cifa Adozioni Onlus
011.4338059
Ciai:
CIAI
848.848841
In prima linea negli aiuti
Presenti fin dalle prime ore successive alla tragedia per soccorrere i sopravvissuti, Save the Children e Unicef hanno messo in campo un?eccezionale spiegamento di forze.
Denunciando con forza fin dai primi giorni il rischio-tratta di minori, Save the Children ha approntato aree protette nei campi sfollati e avviato il censimento dei minori all?interno delle strutture stesse, per facilitare il ricongiungimento familiare. Con la sua presenza trentennale in Sri Lanka e Indonesia (dove ha perso anche una decina di operatori locali), l?ong ha potuto essere in prima linea a portare generi di prima necessità e sta attivando interventi anche a Myanmar, Thailandia e India.
L?Unicef, presente con uffici permanenti in tutti i Paesi coinvolti, ha immediatamente mobilitato un milione di dollari dal proprio fondo per l?emergenza, aprendo anche una campagna straordinaria di raccolta fondi: secondo la stima effettuata, nella prima fase dell?emergenza saranno necessari 81,6 milioni di dollari per i programmi per l?infanzia.
Save the Children:
Save the Children Italia ONLUS
06.4807001
Unicef:
UNICEF Italia
800.745000
Sopravvissuti e soccorritori
I Villaggi Sos in Indonesia, Thailandia, Sri Lanka e Bangladesh sono stati risparmiati dalla catastrofe. «E si sono trasformati subito in centri di accoglienza per centinaia di famiglie e di bambini rimasti orfani», spiegano all?associazione Villaggi Sos Italia, che ha lanciato una campagna di raccolta fondi. Il centro sociale di Batticaloa e il Villaggio di Piliyanadala in Sri Lanka hanno dato rifugio, fornito cibo e assistenza medica. Nel sud dell?India, Villaggi Sos sta lavorando per attivare 16 campi di accoglienza.
Tramite le strutture già esistenti si muove anche la Fondazione Aiutare i bambini, presente in India: «I due progetti più avanzati riguardano il sostegno a due scuole», spiega il presidente, Goffredo Modena, «in India e in Sri Lanka, dove sono sfollate centinaia di persone». Anche Avsi, che ha attivato una raccolta fondi per l?emergenza, sta organizzando progetti per sostegno a distanza di minori, che saranno attivati nelle prossime settimane.
Villaggi SOS Italia:
Associazione Villaggi SOS Italia
0461.926262
Fondazione Aiutare i bambini:
Fondazione Aiutare i Bambini ONLUS
02.70603530
Avsi:
AVSI
02.6749881
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