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I profughi come fiches per la partita a poker degli incarichi europei?

Malta recupera i 54 naufraghi del veliero Alex di Mediterranea e l'Italia si accollo 55 profughi oggi in territorio maltese. È questa la proposta recapitata ai membri dell'equipaggio della ong da parte de La Valletta. «Non si capisce né se sia una proposta seria né che senso possa avere. L'unica spiegazione è che si tratti di un mercanteggiamento politico. Tutto mentre la barca rischia seriamente di andare in difficoltà», sottolinea Filippo Miraglia, responsabile immigrazione ARCI, tra i fondatori di Mediterranea

di Lorenzo Maria Alvaro

54 persone di cui 39 uomini, 11 donne di cui tre incinte e 4 bambini. Tutti sulla barca a vela Alex, di 18 metri. A bordo manca tutto per un'impresa del genere: mancano le coperte per la notte e i tendalini per coprire il ponte durante le ore calde. Manca l'acqua, il cibo, le medicine (due delle quattro donne incinte stanno male e i bambini hanno gravi segni di ustione). Ma manca soprattutto la sicurezza in navigazione. Con un carico simile la linea di galleggiamento è bassissima e se le condizioni climatiche, come sembra, dovessero peggiorare la barca rischia seriamente di sbilanciarsi.

In questo momento Alex è stata bloccata a un miglio dalle acque territoriali italiane dalla Guardia di Finanza che ha notificato «il divieto di ingresso, transito e sosta nel mare territoriale nazionale» per il «rischio di ingresso di soggetti coinvolti in attività terroristiche o comunque pericolosi». Insomma lo spartito è lo stesso della Sea Watch, anche se le condizioni della barca questa volta non garantiscono una tentuta in tempi così dilatati.

Niente di nuovo? Non proprio. «Hanno ricevuto una chiamata dal Mrcc (Maritime rescue coordination center) di Malta. L'ufficiale in linea offriva al ponte di Mediterranea di raggiungere La Valletta. Ma non specificava né se a La Valletta i migranti avrebbero potuto sbarcare né se il suddetto coordination center assumeva la responsabilità di coordinare l'operazione», spiega Filippo Miraglia, responsabile immigrazione ARCI, tra i fondatori di Mediterranea. «Al momento in cui è intervenuta la comunicazione la Alex era a circa cento miglia da Malta. E né l'equipaggio, né gli ospiti, né la barca sono in grado di affrontare un viaggio del genere, più o meno 11 ore di traversata, col tempo in peggioramento», continua Miraglia.

Dalla nave dunque hanno chiesto al Mrcc di Malta di mettere per iscritto la propria comunicazione, specificando in particolare i due punti più importanti. Dalla Valletta è arrivata una mail che chiariva il punto: Malta non si assume nessuna responsabilità legale per il caso in questione, ma – come “gesto di buona volontà nell'ambito della cooperazione tra i paesi dell'Unione Europea – si è resa disponibile ad aprire il proprio porto”. «Una proposta irricevibile», spiega il responsabile Arci, «non possiamo assumerci la responsabilità di una traversata del genere».

Non è finita però perché mentre procedevano questi scambi il governo maltese con un comunicato annunciava di aver trovato un accordo con il Governo italiano: Malta trasferirà i 54 naufraghi soccorsi dalla nave Alex dell'ong Mediterranea con una nave delle forze armate maltesi “d'altra parte, l'Italia prenderà 55 migranti da Malta”, specificando "questo accordo non pregiudica la situazione in cui questa operazione ha avuto luogo e in cui Malta non ha alcuna responsabilità legale, ma fa parte di un'iniziativa che promuove uno spirito europeo di cooperazione e buona volontà tra Malta e l'Italia".

«Uno vale uno? Qual è il senso di questo scambio, quando il Veliero Alex è ormai a poche miglia dal porto sicuro di Lampedusa? Quali sono i termini reali di questo accordo? Chi ha svolto la trattativa?», attacca Miraglia, «è difficile trovare un senso a questo mercato indegno di esseri umani. L'unica cosa che viene da pensare è che faccia parte di una qualche negoziazione legata alle poltrone in Unione Europea».

Questo senza contare che «i numeri parlano chiaro: Malta (460 mila abitanti) ha accolto nel 2019 più di 1050 persone (0,23%), l'Italia (60 milioni di abitanti) nello stesso periodo 2750 (0,0046%). In percentuale Malta ha accolto 50 volte in più».

Intanto però non si hanno notizie di alcuna nave maltese in arrivo. «Non c'è nessuna nave delle Forze Armate in arrivo da Malta per trasbordare e prendersi in carico le 54 persone che sono a bordo del nostro veliero», sottolinea Miraglia «e la situazione a bordo del veliero è già compromessa. Le persone, tra cui donne in gravidanza e bambini, rischiano gravi danni alla salute.Tenerli ancora a bordo è per queste persone un'ennesima tortura dopo quelle subite nei lager libici».

Dal Governo italiano smentiscono l'accordo. Per Miraglia «l'unica soluzione praticabile era ed è lo sbarco a Lampedusa. Tutto il resto è pura propaganda sulla pelle degli esseri umani».

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