Welfare

I poveri si ammalano come gli altri, ma si curano 4 volte di meno

Il Banco Farmaceutico fa il punto sul 2015. Se ogni italiano spende in media oltre 200 euro l'anno per i farmaci, i poveri ne spendono 50. In crescita le donazioni di medicinali da parte delle aziende. Le malattie più curate dalla rete del dono sono quelle respiratorie

di Gabriella Meroni

Ci sono meno poveri assoluti in Italia – lo dice l'Istat – ma per i poveri continua a essere un problema curarsi. Lo certifica la ricerca dell'Osservatorio nazionale sulla Donazione Farmaci della Fondazione Banco Farmaceutico, prima fonte di conoscenza pubblica permanente sui temi della povertà sanitaria, che oggi Roma ha presentato il report annuale sulla povertà sanitaria.

I poveri spendono poco per curarsi
In Italia, nota il Banco, la spesa sanitaria annua pro capite è di 444 euro, ma quella dei poveri è di soli 69 euro (in diminuzione dell'8%). Ciò significa che se nelle famiglie non povere si destina il 3,8% del budget domestico per curarsi, in quelle povere si scende all’1,8%. All’interno di questa spesa, 52 euro annui pro capite sono dedicati all’acquisto di farmaci. Se ogni individuo povero spende 52 euro in medicinali (-2,1% rispetto all’anno precedente), in media gli italiani ne spendono 206,20 (+2,7). Il 3,9% degli italiani ha rinunciato ad acquistare farmaci necessari a causa di motivazioni economiche.

In crescita le donazioni di medicinali
Buone notizie per quanto riguarda le donazioni di farmaci, che sono in forte aumento: quasi 1,3 milioni di confezioni nel solo I semestre 2015 (erano 915mila lo scorso anno), anche se non tutti i canali di approvvigionamento funzionano allo stesso modo. Si ferma la crescita della Giornata di Raccolta del Farmaco (quasi 6.000 confezioni in meno), mentre cresce ancora la donazione aziendale: nel I semestre 2015 sono state donate quasi 860mila confezioni. Erano 540mila nel I semestre 2014. Diventa più robusto anche il canale del Recupero Farmaci Validi, che raggiunge il 4% del totale del raccolto dalla FBF. Se nel I semestre 2014 erano state donate 15mila confezioni, nel 2015 si è già superata la quota di 49mila confezioni.
Le circa 860mila confezioni donate nel solo I semestre 2015 rappresentano ormai il 68% del totale delle medicine raccolte dalla FBF. In euro si tratta di oltre 7,1 milioni di valore. Nel 2015 hanno aderito alla GRF 3.665 farmacie: hanno partecipato anche nel Molise, dove l’anno scorso la GRF non era stata svolta. In media hanno dunque aderito una farmacia ogni 5, con una crescita di quasi il 9% nell’ultimo biennio. IComplessivamente nelle farmacie sono state raccolte circa 354mila confezioni, con una lieve flessione rispetto al 2014 (-1,6%) ma comunque in crescita nel biennio (+1,4%). Il valore del donato è stato di quasi 2,3 milioni: in media si è dunque speso 6,4 euro per ogni confezione donata. Ancora una volta quasi metà delle confezioni è stata raccolta nel Nord-ovest, dove si registra il più elevato tasso di partecipazione delle farmacie.

Le malattie dei poveri sono diverse
È possibile analizzare infine il profilo farmaco-epidemiologico della popolazione assistita dalla rete Banco Farmaceutico su una intera annualità (2014) relativamente a un campione di enti che hanno assistono 87.550 persone, per le quali sono state dispensate 1.276mila dosi giornaliere di farmaci (DDD). Le malattie respiratorie si confermano come le più frequentemente dichiarate dagli enti e presentano il maggior numero di dosi giornaliere dispensate. Seguono le malattie cardiovascolari e gastrointestinali. Gli indigenti presentano dunque un profilo epidemiologico differente rispetto alla media della popolazione, dove la massima diffusione è delle patologie cardiovascolari. C’è poi una geografia della salute dei poveri: al Nord prevalgono i farmaci per l’apparato respiratorio, al Centro quelli cardiovascolari, al Sud quelli gastrointestinali. Al Sud c’è la più elevata incidenza di malattie croniche.

“La nostra analisi – dichiara Paolo Gradnik, presidente del Banco Farmaceutico – evidenzia come, nonostante alcuni segnali di ripresa economica, nel nostro paese prevalga ancora nelle famiglie la tendenza a spendere meno per le cure mediche e sia ancora consistente il numero di poveri che per le difficoltà rinuncia ad acquistare i farmaci necessari. In questo contesto risulta fondamentale il lavoro del Banco Farmaceutico per permettere a tutti l’accesso ai farmaci. Ma il nostro contributo non sarebbe possibile senza la grande rete di solidarietà che vede cittadini, farmacisti, volontari ed enti uniti insieme per aiutare gli ultimi della nostra società”.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.