Politica

I poli della confusione

È più pericoloso Fini per Berlusconi o Veltroni per Bersani?

di Redazione

La storia di Gianfranco Fini è ormai nota. Dopo mesi di discussioni e ultimatum all’interno del Pdl, il presidente della Camara guida, di fatto, un nuovo gruppo parlamentare, Futuro e Libertà, e promette di garantire lealtà al programma del partito che gli elettori hanno votato. Una spina nel fianco di Berlusconi, dicono alcuni analisti, che prima o poi rischia di far saltare il governo.

E’ notizia, però, di questi giorni la volontà di Walter Veltroni di costituire un gruppo interno al Pd. Sono infatti 74 le firme raccolte dal documento Veltroni-Fioroni-Gentiloni. Due di queste, quelle di Pietro Ichino e Magda Negri, sono accompagnate da una ‘adesione motivata al documento’.

“E’ un documento sereno, costruttivo, unitario. L’obiettivo e’ quello di stare dentro il partito per rafforzarlo e renderlo capace di vincere la sfida dell’alternativa alla destra e a Berlusconi” spiegano Minniti e Giorgio Tonini. Un testo in cui “ci sono suggerimenti e proposte” senza alcun intentato di dividere il partito: “Non e’ una conta, non chiede il congresso, ne’ contiene un attacco al segretario”.

Si tratta di “un documento politico” e come tale i promotori intendono aprire un confronto sulle sollecitazioni contenuto nel documento in “tutte le sedi possibili” a partire dall’assemblea di Area democratica di mercoledi’, quindi al Direzione del partito di giovedi’ prossimo (ma non verra’ presentato il documento ne’ chiesto che si metta ai voti) e infine all’assemblea nazionale a Varese dell’8 e 9 ottobre e quella di Napoli a dicembre.

Nel documento, specifica Tonini, non c’e’ alcun riferimento al tema della premiership che ieri ha agitato la acque in casa Pd: “Non c’e’ nel documento, parliamo solo di linea politica” e il riferimento di Walter Veltroni a un candidato esterno ‘tipo Prodi nel ’96’ e’ arrivato “perche’ ha risposto a una domanda, ma nel documento non c’e'”.

Minniti e Tonini ribadiscono che nel testo “non c’e’ alcun attacco a Bersani” ma chiedono che nel partito si apra una discussione in base alle sollecitazioni poste dai ’74’ senza dire “che si tratta di una regalo a Berlusconi”. Una discussione che avvenga “con rispetto reciproco”. A chi chiede se il riferimento sia all’intervista di Franco Marini, Minniti risponde: “Il problema e’ di chi lancia le accuse. Noi non lo facciamo”.

Pietro Ichino e Magda Negri hanno dato un’adesione motivata: “Condividiamo le analisi, le linee programmatiche e gli obiettivi politici individuati nel documento, pur sottolineando che e’ ancora del tutto aperta la questione della leadership capace di darvi attuazione e che in goni caso l’iniziativa deve piu’ esplicitamente assumere la forma di un grande e aperto confronto politico e culturale per rivitalizzare il Pd con nuove forze e consensi”.

Due leader storici dei dei diversi schieramenti si smarcano, creando non poche perplessità all’interno dei due rispettivi elettorati. E tu cosa ne pensi: è più pericoloso Fini per Berluconi, o Veltroni per Bersani? Vota il sondaggio qui a fianco.


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