Albino Luciani non finisce mai di stupirci e soprattutto di insegnarci qualcosa. La contestata assegnazione del Nobel per la medicina all’inventore della fecondazione in vitro ha fatto riaffiorare una sua intervista concessa nel luglio 1978, pochi giorni prima di diventare Papa. Era appena venuta alla luce la prima bambina in provetta, Louise Brown. Il patriarca di Venezia consegnò alcune riflessioni a caldo alla rivista Prospettive nel mondo. Da una parte Luciani riprende la dottrina cattolica che considera illecita la fecondazione extrauterina. Vede con lucidità «il pericolo che possa sorgere una fabbrica dei figli» separata da un sano contesto familiare. Afferma perciò di condividere «solo in parte l’entusiasmo» per il successo della nuova tecnica di riproduzione. Esposto l’insegnamento della Chiesa, denunciati con preveggenza i rischi dell’industria dei figli in provetta, Luciani avrebbe potuto chiudere tranquillamente il discorso. Invece prima di accomiatarsi dall’intervistatore rivolge «i più cordiali auguri alla bambina». E un pensiero affettuoso anche ai genitori: «Non ho alcun diritto di condannarli: soggettivamente se hanno operato con retta intenzione e in buona fede essi possono avere perfino un gran merito davanti a Dio per quanto hanno deciso e chiesto ai medici di eseguire».
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