Cultura

I pionieri di Bologna: «La prossima tappa sarà il bilancio integrato»

Il Guglielmo Marconi

di Redazione

Pochi sanno cosa c’è effettivamente dentro l’aeroporto», premette Giuseppina Gualtieri, presidente uscente della Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna spa. «Conoscono la società che lo gestisce, ma non le tante imprese che concorrono ai servizi». Da questo punto di vista, la scelta di un bilancio di sostenibilità ha rappresentato una sfida su più livelli. «Far conoscere il sistema aeroportuale, far comprendere come l’infrastruttura possa essere un motore economico, spiegare come vengono assicurati i servizi e il rispetto dell’ambiente». Un fronte esterno, dunque, ed uno interno. È riflettendo su entrambi che la presidente ha deciso di indirizzare la Marconi verso il dialogo con gli stakeholder («prima avevo lavorato alla Fondazione Nomisma, occupandomi di finanzia etica e di Csr», ricorda).
Così nel capoluogo emiliano si è costituito un gruppo di lavoro interno (coadiuvato da una società di consulenza) che ha portato avanti un confronto serrato (è appena stato presentato il Bilancio di sostenibilità 2010 in cui, tra le altre informazioni, si dà conto della firma dell’Accordo territoriale per il polo funzionale aeroporto, all’interno della concertazione con le istituzioni locali, che sono azioniste e stakeholder del territorio, prevista dal Piano di sviluppo aeroportuale 2009-2023). Si è trattato di una scelta strategica, certo, che Gualtieri auspica abbia sviluppi nel futuro: «Del gruppo di lavoro hanno fatto parte numerose componenti. Devo ammettere che non tutti all’inizio erano convinti di questo percorso. Ora però propongono addirittura la realizzazione di un bilancio integrato, economico e sociale. Mi auguro che chi sarà nominato alla guida dell’azienda porti avanti questa scelta». Del resto la presidente uscente raccomanda: «È fondamentale far sapere qual è il ruolo degli aeroporti, documentare l’impatto economico, occupazionale e ambientale. Al limite anche per far conoscere quali oneri impropri, ad esempio per garantire la sicurezza, ci si trova a dover sostenere. Sono però i gestori degli scali a dover diventare promotori di questa modalità di dialogo con gli stakeholder».

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