Economia

I piccoli giganti del credito

Parla il vicepresidente vicario della Cooperazione Trentina Giorgio Fracalossi

di Redazione

«Dimensioni più grandi, personale qualificato. Ma
la stessa vocazione: essere espressione del territorio. Con un occhio di riguardo
ai giovani: queste realtà
non le abbiamo solo ereditate dai nostri padri ma le abbiamo ricevute
in prestito dai nostri figli»Sono presenti in maniera capillare sul territorio trentino con sedi e sportelli a servizio dei grandi come dei piccoli centri. Una cinquantina di Casse Rurali, quasi quattrocento le dipendenze. I collaboratori sono 2.332, i soci 115mila. Banche di comunità rappresentate e tutelate dalla Cooperazione Trentina (una realtà creata nel 1895 per volontà del fondatore delle Casse Rurali, don Lorenzo Guetti). Il suo desiderio venne concretizzato grazie all’aiuto di «tanti uomini di buona volontà in possesso di un galantomismo a prova di bomba». Volle creare uno strumento rivolto a chi materialmente aveva meno e, quindi, aveva bisogno di una realtà creditizia che potesse liberarlo dallo strozzinaggio e consentirgli di affrontare la quotidianità con serenità. Oggi il vicepresidente vicario della Cooperazione Trentina è Giorgio Fracalossi.
Vita: A distanza di oltre un secolo dalla fondazione, come si esprime il rapporto banca-territorio?
Giorgio Fracalossi: Avere un contatto forte con il territorio è sempre stato, è e sarà in futuro la filosofia delle Casse Rurali. La Cassa Rurale nasce in qualità di espressione del territorio. Ogni paese aveva la propria Cassa Rurale perché era una tipologia di banca nata per rispondere ai bisogni di una comunità. Ad esempio, alcune decine di anni fa venivano create per far fronte alla povertà: si trattava di un formidabile esempio di unione di forze promosso da un gruppo di soci.
Vita: Non è cambiato nel tempo il loro ruolo?
Fracalossi: Sì, ma non perché sia mutata la filosofia. È la la comunità che si è evoluta, sono cambiate le esigenze. Insomma, è cambiato il mondo. Le banche un tempo monocellulari sono state interessate da processi di fusione che hanno dato vita a Casse Rurali di maggiori dimensioni. Nonostante questo, le Casse Rurali sono fedeli alla loro identità di banca territoriale. Naturalmente le competenze sono differenti, il personale è altamente qualificato, gli amministratori non sono più gli uomini di buona volontà, per quanto degnissimi, di qualche tempo fa. A questo proposito credo sia opportuno andare verso una certificazione degli amministratori (che conoscono perfettamente quanto compone il territorio dove la banca opera) con corsi di formazione per garantire loro aggiornamento continuo per il bene della banca: il successo di un’azienda parte proprio dalla preparazione di chi ne è alla guida. L’impegno continuo, la ricerca di una qualità sempre maggiore nell’offerta e nel servizio sono fattori fondamentali che ci hanno permesso di diventare il punto di riferimento del credito locale. Siamo la regione con la più alta percentuale di Casse Rurali e contiamo la leadership nelle voci dei depositi e degli impieghi.
Vita: Non solo banca, però?
Fracalossi: Le quote di mercato elevate ci consentono di avere risorse per dimostrare, concretamente, la differenza da un istituto di credito ordinario. Pensiamo alle moltissime espressioni dell’associazionismo attive in una comunità. Tutte possono contare sul sostegno delle Casse Rurali. Anche questo è un esempio di come il radicamento non si esprima unicamente sul versante dei servizi bancari ma vada oltre.
Vita: Qual è il ruolo dei soci?
Fracalossi: Sono l’anima di una Cassa Rurale come di una qualsiasi realtà cooperativa. Sono espressione della comunità, del territorio dove la banca opera. E il senso di appartenenza non si esprime unicamente durante l’assemblea annuale, occasione per analizzare e approvare i dati di bilancio e per eleggere gli amministratori. Il loro essere socio si manifesta nel dare indicazioni, suggerimenti, su come migliorare l’attività, su come essere nella comunità e per la comunità in quel rapporto di intercooperazione che lega la banca a chi anima la vita di ogni giorno nelle città, nei paesi dove essa agisce.
Vita: E i giovani?
Fracalossi: Sono il futuro delle nostre banche. Siamo consapevoli che le Casse Rurali non le abbiamo solamente ereditate dai nostri padri ma le abbiamo ricevute in prestito dai nostri figli.


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