Progetto "Inclusi"

I percorsi innovativi per minori con disabilità e bisogni educativi

Mille studenti under 18 di Campania, Lazio, Marche, Lombardia e Trentino-Alto Adige coinvolti nell'iniziativa nazionale selezionata dall’impresa sociale “Con i Bambini”

di Redazione

Sono oltre mille gli studenti under 18, in cinque regioni italiane da Nord a Sud (Campania, Lazio, Marche, Lombardia, Trentino-Alto Adige), coinvolti nel progetto nazionale “Inclusi. Dalla scuola alla vita, andata e ritorno” che ha preso il via nel 2021 per costruire percorsi innovativi e inclusivi per i minori con disabilità e bisogni educativi speciali. Ora il progetto vede la sua conclusione, dopo tre anni di attività e proposte realizzate dentro e fuori la scuola, grazie alla rete di 70 organizzazioni del Terzo settore che hanno favorito inclusione e autodeterminazione per promuovere una scuola e un territorio equi e accessibili a tutti.

Nel dettaglio, sono 37 le scuole coinvolte, con 1.041 studenti – per l’81% frequentano la scuola secondaria di primo grado e per il 41% hanno fragilità certificata – e 549 adulti, tra insegnanti (42%), educatori (23%) e genitori (35%).

Il progetto Inclusi, selezionato dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del “Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile”, è nato per favorire l’accesso a una formazione di qualità per tutti e una reale inclusione dei bambini e dei ragazzi con disabilità nella comunità e nella scuola.

«La scuola è un luogo sociale dove i percorsi individuali si intrecciano in una dimensione collettiva, il primo dove ci si allena alle relazioni e si mettono le fondamenta della cittadinanza», sottolineano i partner in una nota. «Ma non ci deve essere una separazione tra “dentro e fuori” la scuola: l’inclusione è una responsabilità collettiva che si raggiunge attraverso la collaborazione tra la scuola, famiglie e territorio, e nel territorio un potente e competente alleato di docenti e personale scolastico è il Terzo Settore, in particolare la cooperazione sociale con i propri educatori e pedagogisti. Abbiamo lavorato con le scuole perché l’inclusione non sia solo “sostegno a chi ha una fragilità’, ma sia anche ‘educazione di tutti gli studenti” alle differenze, al rispetto e alla cura reciproca, a una cittadinanza accogliente».

L’evento finale del progetto si è tenuto a Trento il 25 e 26 ottobre, e ha coinvolto 500 studenti del territorio in laboratori e giochi ideati prendendo spunto dalle azioni sviluppate nei 3 anni di progetto per definire e continuare a promuovere una vera scuola inclusiva. “Inclusi” lascia infatti in eredità a insegnanti, educatori e genitori gli strumenti e le metodologie per promuovere una scuola e una comunità in cui tutti possano esprimere la loro potenzialità e i loro sogni, e possano partecipare attivamente alla costruzione di una società più equa ed inclusiva. Tra le azioni innovative prodotte, le pubblicazioni con linee guida per la comunicazione inclusiva, la serie podcast, la campagna video contro il bullismo, la nuova funzione educativa del Mentor, il gioco formativo.


Accedere alle informazioni e comunicare sono condizioni imprescindibili perché bambini e ragazzi con disabilità possano esercitare i propri diritti come i loro coetanei: il diritto di imparare, di stare con gli altri, di decidere e partecipare attivamente alla vita scolastica e non solo. Da questa considerazione sono nate alcune pubblicazioni che sono linee guida sui diritti dei ragazzi con disabilità, utili per insegnanti, operatori, familiari e ragazzi con e senza disabilità, basati sull’acquisizione di metodi alternativi di comunicazione come la Comunicazione aumentativa alternativa e l’Easy to Read.

«Inclusi è anche il nome dato al podcast, che include cinque puntate dedicate a raccontare “storie di ogni giorno, storie di tutti, storie di impegno per un mondo sempre più simile a ognuno di noi”. Ogni episodio è dedicato a uno specifico argomento, supportato da una testimonianza e da un esperto, come nel caso di “Narrazione inclusiva” con la voce di Alessandro, fratello minore di Matteo, un giovane con disabilità neurodivergente, e di Fabio Filofosi, ricercatore in pedagogia speciale all’Università di Trento, che spiega come le parole e i gesti influenzino la percezione della disabilità e come la comunicazione delle differenze possa avvicinare le persone invece che allontanarle. “Sport e integrazione” è invece il titolo dell’episodio che coinvolge Nunzio, giovane appartenente alla squadra di calcio paralimpica Academy calcio Sant’Anastasia di Napoli, insieme all’allenatore Alessandro Guadagno e a Mario Sicignano, presidente delle cooperative Prodoos e Neapolis, che raccontano come il calcio non sia fatto solo di goal e successi, ma anche uno strumento per rompere stereotipi e offrire nuove opportunità di integrazione e di crescita.

Riempire il vuoto, insieme contro il bullismo” è il titolo del video animato realizzato da giovani con autismo, sotto la guida dei professionisti dell’agenzia Out of the blue (che coinvolge persone con autismo che desiderano lavorare nel campo della comunicazione), che è alla base della campagna di comunicazione dedicata alla comunità educativa della scuola con l’obiettivo di capire quali siano i comportamenti che possono contrastare in modo efficace le situazioni di bullismo e quelli che invece possono facilitarli, come conoscere le diversità e saperle includere. Il video è il frutto dei risultati di un’indagine esplorativa nel campo della stretta corrispondenza tra bullismo e disabilità, condotta nelle scuole lo scorso anno scolastico (su un campione di 612 studenti di 10 scuole secondarie di primo grado e corsi di formazione professionale) da cui emergono le voci e le esigenze degli studenti, che credono che la soluzione per contrastare il bullismo nella scuola, in particolare quando coinvolge la disabilità, sia accorciare la distanza con gli insegnanti: sono loro che, in quanto educatori, possono e devono fare la differenza, utilizzando gli strumenti del dialogo e della condivisione, non delle punizioni. Questo il messaggio che emerge anche dallo spot, dove gli insegnanti e gli adulti in generale sono chiamati a “riempire un vuoto”.

Mentor è il nome dato alla nuova funzione nata nell’ambito dei servizi alla persona e del supporto sociale con l’obiettivo di accompagnare ragazze e ragazzi con disabilità che frequentano gli ultimi anni delle scuole superiori a orientarsi nel mondo del lavoro.

Il progetto “Inclusi” è partito dall’osservazione della realtà italiana, dove manca per i ragazzi con disabilità un “ponte” che colleghi il mondo della scuola con quello del lavoro e della società in cui vivere in modo autonomo; mancano anche dati ufficiali che registrano questo passaggio importante della vita, in cui cambia la maggior parte dei punti di riferimento, un passaggio ancora più delicato e complesso per chi ha una disabilità. Per colmare questo vuoto, Inclusi ha dato il via a un percorso formativo dedicato a educatori, insegnanti, psicologi e assistenti sociali, diventati i primi 10 Mentor d’Italia, che hanno coinvolto nella prima fase di lavoro ben 70 ragazze e ragazzi con disabilità.

Il gioco formativo per professionisti (insegnanti ed educatori) di Inclusi simula diverse situazioni “critiche” nei processi di inclusione, sollecitando le squadre di partecipanti ad assumere una visione di cooperazione e condivisione delle competenze e punti di vista. Il gaming, ideato da un gruppo multidisciplinare (dirigenti scolastici, insegnanti curriculari e di sostegno, educatori di ogni ordine e grado scolastico) è stato sperimentato in diversi contesti educativi (scuole e centri educativi) di diverse regioni italiane, con la supervisione scientifica dell’Odf Lab (Laboratorio di osservazione diagnosi formazione) dell’Università di Trento.

Credit: foto di Emma Bonvecchio

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