Welfare

I pediatri aprono le porte ai figli di irregolari

Dal 23 gennaio i minori di 14 anni, anche di genitori non iscritti all'anagrafe, potranno presentarsi dal dottore e ricevere le cure necessarie senza essere respinti. Naga e altre associazioni: "Recepiti i nostri rilievi, ora vigiliamo sull'applicazione della circolare emessa dalle Asl regionali"

di Daniele Biella

Dopo l'apertura del Servizio civile nazionale agli stranieri, arriva un'altra novità per i figli di immigrati in Italia. "Da oggi i minori stranieri con meno di 14 anni, con genitori immigrati senza permesso di soggiorno potranno iscriversi al Servizio sanitario regionale. Il diritto all'iscrizione vale anche per i minori comunitari i cui genitori non siano iscritti all'anagrafe", stabilisce una circolare diramata oggi a tutte le Asl regionali, con cui si dà attuazione a quanto previsto nelle Linee Guida sulla sanità regionale. Tali linee erano state presentate lo scorso dicembre dalla Regione Lombardia a seguito della causa di discriminazione promossa contro la Regione da Asgi, Avvocati Per Niente (gli stessi due enti che hanno vinto il ricorso contro l'esclusione di un giovane al servizio civile), Naga E Anolf-Cisl.

Grazie alle indicazioni recepite dalla circolare, dal 23 gennaio i genitori del minore si possono recare in una Asl che, accertati i dati anagrafici del minore e la sua età “nei modi resi possibili dalle singole circostanze e secondo canoni di buon senso pratico", rilascerà un documento cartaceo con il quale gli stessi potranno recarsi da qualsiasi pediatra (eventualmente anche sempre dallo stesso, senza un limite massimo di visite) che fornirà la prestazione e verrà poi pagato direttamente dalla Regione. La circolare conferma inoltre che i minori stranieri, come gli italiani, potranno accedere direttamente agli ambulatori pediatrici senza impegnativa del pediatra.

“Finalmente sono stati recepiti i nostri rilievi su varie questioni, legate in particolare ai minori figli di cittadini comunitari privi di iscrizione anagrafica, e dunque “irregolari”, oltre a diversi punti che andavano chiariti, come la necessità di prevedere l'obbligo del pediatra di accettare la visita, la definizione di chiare modalità di accesso agli ambulatori e di rilascio del codice fiscale”, affermano le associazioni. “Non possiamo non rilevare però la permanenza di un principio di disuguaglianza: i minori saranno iscritti al Sistema sanitario regionale, ma non sarà loro assegnato il Pediatra di libera scelta, contrariamente a quanto avviene per i minori italiani. Stiamo riflettendo se proseguire la causa su questo punto che riteniamo molto rilevante sia in termini di efficacia dell’applicazione della circolare che di effettiva garanzia di un diritto e di una continuità assistenziale”.

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