Mondo
I Palestinesi: una menzogna che abbiano festeggiato
Dino Zambrano dell'Ong Aicos: "Sono indignato per la posizione della stampa italiana. Non si può catalogare come infame un intero popolo per le manifestazioni di cinque o sei esaltati"
di Paolo Manzo
Abbiamo contattato un cooperante che, da anni, vive e lavora nei territori palestinesi. Soprattutto per sapere quali sono state, davvero, le reazioni della gente al vile attentato che ha colpito al cuore la democrazia americana.
Ecco uno stralcio della sua intervista.
Vita: le reazioni dei Palestinesi agli attentati contro gli Usa?
“Su questo vorrei essere assolutamente chiaro. Ha fatto arrabbiare moltissimo i cooperanti italiani in Palestina la reazione della nostra stampa rispetto a quella estera che, comunque, qui riusciamo a leggere via internet. Ci sono stati sicuramente dei gruppetti di persone che hanno alzato le dita in segno di vittoria e distribuito dolcetti. Ma si contavano davvero sulle dita di una mano. Scrivere, come hanno fatto certi giornali, che si trattava di migliaia di persone è un falso assoluto.
Ciò che, invece, la stampa non ha detto o ha detto sottovoce sono state non solo le dichiarazioni ufficiali di Arafat, di condanna molto dura, ma anche quelle dell’organizzazione palestinese che ha indetto una veglia davanti al Consolato Usa a Gerusalemme Est.
C’erano molte persone che hanno portato mazzi di fiori. Infine c’è stata una presa di posizione della municipalità di Bes Aul che è stata ripresa da tutti gli organi palestinesi, in cui si condannavano fermamente gli attentati. E persino il Rabbino Arthur Waskow ha sottolineato come sia un grave errore criminalizzare un intero popolo. Il resto della gente, almeno le persone che vanno e vengono tra casa mia e l’ufficio, non ridono assolutamente né, tanto meno, ballano.
Sono ancora più preoccupati perché sanno bene che queste azioni non servono alla loro causa, anzi…”
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