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I Paesi più pronti al cambiamento hanno alto reddito e bassa percezione della corruzione

Si chiama indice di “prontezza al cambiamento” (Change Readiness Index) e misura le capacità di un paese, del suo governo, della società civile e delle imprese, ad anticipare, gestire e rispondere ai cambiamenti della situazione socio-economica.

di Donata Columbro

Più un paese è pronto a coltivare le opportunità che arrivano dai cambiamenti e mitigare potenziali impatti negativi, più il suo punteggio nell’indice è migliore. Quando un paese non è pronto ad affrontare problemi come crisi politiche, disastri naturali ma anche le opportunità come i miglioramenti della tecnologia o un aumento degli investimenti, allora il punteggio si abbassa.

I dati sono stati raccolti da KPMG’s International Development Assistance Services (Idas) e dal think tank di Oxford Economics. L’indice è stato creato mettendo insieme dati da 22 questionari condotti da 1270 ricercatori, insieme a un dataset che ha unito 120 variabili 73 indicatori. Abbiamo raccolto e reso consultabili i dati dell’indice, con la classifica di tutti paesi e il punteggio per la governance, le imprese e la società civile, in un foglio di calcolo di Google.

Al primo posto dell’indice di cambiamento: ci sono i paesi che hanno un alto pil pro capite, ma sono anche i luoghi in cui la ricchezza è più distribuita. I paesi più piccoli e con un alto pil nazionale sono meglio posizionati nel’indice di cambiamento: la governance è più facile, le imprese sono più propense a modificare i loro piani di investimento a anche la società civile si adatta meglio. Un altro dato: i primi dieci paesi sono tra i primi trenta della classifica di Transparency International sul tasso di percezione della corruzione.

L’indice di sviluppo umano, l’indicatore macroeconomico ideato dal premio Nobel per l’economia Amartya Sen, che misura invece il pil, la speranza di vita alla nascita e il livello di alfabetizzazione, non influisce sui primi paesi: solo cinque occupano le prime posizioni, ma sono tutti tra i primi quaranta in classifica.

(cliccando sull'immagine si accede alla versione interattiva)

All’ultimo posto quelli con basso reddito e si tratta di paesi africani o territori colpiti da conflitti:

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Secondo i risultati la presenza di risorse naturali in un paese non garantiscono di per sè una buona capacità di cambiamento, ma ci sono però quattro paesi africani, il Mozambico, il Ruanda, la Tanzania e l'Uganda, che occupano buone posizioni – tra i primi ottanta paesi su 127 – nonostante il loro basso reddito, probabilmente dovuto a una crescita del pil annua a un ritmo superiore al 5 per cento.

L’Italia è al 66 posto, su 127 paesi, ed è quella che se la cava peggio tra i “Pigs”: viene dopo la Grecia, al 55 posto, la Spagna (35sima) e il Portogallo (27simo) e nella classifica del tasso di percezione della corruzione è al 69° posto.

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