Welfare

I nuovi volti di Milano

Alla Besana la mostra fotografica di Lorenzo Pesce e Alex Mojoli

di Daniela Verlicchi

Onesti, istruttivi e accoglienti. Sono i Volti della nuova Milano secondo Lorenzo Pesce che assieme ad Alex Majoli ha tentato di immortalarli in una mostra alla rotonda Besana di Milano. Il lavoro dei due fotografi (rispettivamente dell’agenzia Contrasto e di Magnum) fa parte del progetto Migrart, voluto e promosso da Atm Milano. Migrart è molte cose insieme: prima di tutto una ricerca, curata dalla fondazione Iulm sui comportamenti e i vissuti degli stranieri su tram e metro della rete milanese (Incontrare l’altro in movimento, di Guido Fraia), la mostra di Majoli e Pesce e un blog aperto alle riflessione di vecchi e nuovi cittadini sulla Milano di domani (http://blog.migrart.it/).

I volti della nuova Milano sono dunque quelli dei suoi residenti più recenti. Fotografati da Maioli e Pesce mentre prendono il tram (un passeggero su 4 è immigrato), fanno la spesa, vivono la città. Spesso nell’invisibilità più assoluta. Perché anche i mezzi pubblici, come spiega Pesce, sono diventati dei non luoghi dediti al voyeurismo più che reali occasioni di dialogo e incontro con l’altro. Lui invece, gli stranieri, è andato a cercarli a casa, suonando ai loro campanelli. Ne emerge un racconto, intimo e personale, dei loro vissuti quotidiani. dolorosi, nostalgici o appagati che siano. Come dimostrano gli scatti, in mostra alla rotonda Besana fino a domenica 23 novembre

Quali sono i nuovi volti di Milano?
Ce ne sono tanti: quelli di chi vive ai margini di una società che non li accoglie, come i 12 stranieri che ho incontrato in un appartamento di via Padova. Ma anche quello del sagrestano filippino ormai perfettamente integrato o del mediatore africano che ha fatto della sua diversità una risorsa.

Cos’hanno in comune?

È banale dirlo, ma è la normalità delle loro esistenze a renderli simili a noi. Quando entri in casa loro, ti accorgi che preparano il pranzo e mettono a letto i loro figli esattamente come facciamo noi. E questo, incredibilmente, ti sorprende.

Sono i mezzi pubblici il luogo dove le diversità si incontrano?
Non direi. In metro ci si guarda come si osserva una vetrina. È il luogo dell’isolamento collettivo. A casa loro si può incontrarle il loro volto più vero, ma pochi hanno la pazienza di arrivarci

Nella foto: uno scatto di Lorenzo Pesce


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