Diritto alla salute
Nuovi Lea, un’attesa durata otto anni: ecco cosa prevedono
I ritardi nell'approvazione del nomenclatore tariffario hanno causato diseguaglianze tra cittadini. Dice Cittadinanzattiva: «L'aggiornamento sistematico e periodico è una questione di equità e di accesso all’innovazione».
Dopo lunga attesa, lo scorso novembre è stato pubblicato il Decreto Tariffe che aggiorna le prestazioni che il Sistema sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, i cosiddetti Livelli essenziali di assistenza Lea. Concluso un iter travagliato, e mentre sui nuovi Lea si sta già giocando un altro nuovo braccio di ferro, ingaggiato dalla sanità privata, scontenta per l’inadeguatezza delle tariffe previste a rimborso delle prestazioni fornite, la speranza è ora che le prestazioni garantite ai cittadini vengano periodicamente e costantemente riviste, senza dover aspettare altri otto anni per il prossimo aggiornamento.
I nuovi Lea
Il nuovo Decreto Tariffe, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 26 novembre scorso ed entrato in vigore dal 30 dicembre 2024, aggiorna, dopo 28 anni, il Nomenclatore delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e, dopo 25 anni, quello dell’assistenza protesica fermi rispettivamente al 1996 e al 1999. Il documento aggiorna 1.113 tariffe associate alle prestazioni, ovvero il 35% sul totale delle 3.171 che compongono il Nomenclatore. «L’entrata in vigore del decreto è essenziale» fanno sapere dal Ministero della Salute «perché assicura su tutto il territorio nazionale la piena erogazione dei nuovi Lea (Dpcm 2017) superando le disomogeneità assistenziali tra i cittadini che potranno finalmente usufruire in ogni area della Nazione di prestazioni al passo con le innovazioni medico-scientifiche».
Prestazioni e tariffe
I Livelli essenziali di assistenza Lea sono le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket). Il Nomenclatore tariffario appena pubblicato rivede le tariffe della specialistica ambulatoriale e della protesica e stabilisce una tariffa da corrispondere agli erogatori sia pubblici che privati equiparati o accreditati per le nuove prestazioni, aggiornate nel 2017, che verranno così finalmente rese operative. Tuttavia, affinché siano poi realmente garantite ai cittadini le prestazioni inserite nel Nomenclatore, la tariffa stabilita a rimborso della prestazione sanitaria conta moltissimo.
Quali sono le nuove prestazioni
A entrare per la prima volta nei Livelli essenziali di assistenza sono la fecondazione omologa e quella eterologa e quindi tutte le prestazioni necessarie nelle diverse fasi del percorso di procreazione medicalmente assistita (Pma). Tra le altre novità molto attese per la specialistica ambulatoriale, l’inserimento di oltre un centinaio di patologie nell’elenco delle malattie rare, la diagnosi e il monitoraggio gratuito della celiachia, lo screening neonatale esteso Sne obbligatorio e gratuito per quasi 50 malattie metaboliche ereditarie rare, la sordità congenita e la cataratta congenita. Infine, sul fronte vaccini abbiamo l’introduzione di nuovi prodotti (come anti-Papillomavirus, anti-Pneumococco, anti-Meningococco) e l’estensione a nuovi destinatari (ad esempio, per il Papillomavirus il vaccino viene erogato anche agli adolescenti maschi l’Hpv) il riconoscimento dell’endometriosi come malattia invalidante (e quindi riconoscendo a queste pazienti il diritto ad usufruire in esenzione di alcune prestazioni specialistiche di controllo), gli esami e le viste per tenere sotto controllo disturbi alimentari come bulimia e anoressia. Viene introdotta la consulenza genetica per confermare o escludere un sospetto diagnostico. Sul versante dei tumori, c’è l’adroterapia e la radioterapia stereotassica. Terapie biologiche innovative. Ma anche strumenti diagnostici innovativi come l’enteroscopia con microcamera ingeribile per diagnosi di patologie intestinali. Per quanto riguarda l’assistenza protesica, ci sono ausili informatici e di comunicazione (inclusi i comunicatori oculari e le tastiere adattate per persone con gravissime disabilità); apparecchi acustici a tecnologia digitale, attrezzature domotiche e sensori di comando e controllo per ambienti, arti artificiali a tecnologia avanzata e sistemi di riconoscimento vocale e di puntamento con lo sguardo.
Una questione di equità
«Li chiamiamo nuovi Lea ma sono datati 2017: ci sono voluti otto anni per rendere operativo un aggiornamento» sottolinea Anna Lisa Mandorino, segretaria di Cittadinanzattiva. «Una volta eseguito l’aggiornamento, si sarebbe dovuto approvare subito il decreto tariffe. Il ritardo ha comportato delle inaccettabili iniquità tra cittadini e notevoli diseguaglianze regionali: alcune Regioni, quelle che potevano permettersi di attingere a fondi propri o spesso anche al fondo sanitario nazionale, hanno fornito in modalità «extra-Lea» le prestazioni aggiuntive che altre Regioni, quelle in piano di rientro, non sono riuscite a garantire dovendo erogare soltanto i Lea previsti. Tutti ricorderanno, perché ha fatto scalpore, la vicenda del test genetico neonatale per la Sma, malattia per cui esiste un farmaco efficace se assunto tempestivamente, eseguito solo in alcune regioni».
Una questione di innovazione e sostenibilità
«Questo Decreto Tariffe ha sbloccato una situazione di stallo» continua Mandorino. «Esiste già un nuovo aggiornamento di quanto stabilito nel 2017 che speriamo venga presto approvato e reso operativo perché include le novità degli ultimi anni. Si pensi, come esempio, ad alcune prestazioni per la fibromialgia e l’endometriosi, che dovrebbero esserci nel nuovo pacchetto. È anche una questione di innovazione: i progressi della ricerca sono molto rapidi e certi avanzamenti possono essere resi disponibili solo se i livelli essenziali di assistenza vengono aggiornati in maniera sistematica e periodica nel tempo, come previsto dalla legge» spiega Mandorino. «È una materia tecnica e complessa, ma i Lea sono l’unico strumento del cittadino per vedere garantito lo stesso diritto alla salute su tutto il territorio nazionale. L’aggiornamento continuo dei Lea e del decreto tariffe e il monitoraggio costante della loro applicazione hanno delle ricadute anche sulla sostenibilità del sistema, consentendo l’esclusione di prestazioni e servizi obsoleti e suggerendo l’inclusione di trattamenti efficaci». Infine, essere inseriti nei Lea renderebbe certi anche alcuni servizi che attualmente sono finanziati con fondi dedicati, da rinnovare annualmente.
Foto di CDC su Unsplash
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