Mondo

I numeri pazzeschi del voto Usa

Giochi e numeri che non quadrano.

di Sandro Calvani

La campagna per l?elezione del presidente degli Stati Uniti è costata 3,9 miliardi di dollari, 33 dollari per ognuno dei 120 milioni di votanti. 1,2 miliardi di dollari è il costo dell?Election Day. In totale la campagna elettorale costa 10mila volte lo stipendio annuo del presidente, cioè 2,67 milioni di dollari per ognuno dei 1.460 giorni del suo mandato. Sembrano cifre da capogiro ma sono spiccioli, se comparati con la ricchezza o il giro d?affari della finanza internazionale collegata agli Usa.
Nelle Borse del mondo si scambiano 400 miliardi di dollari ogni 6 ore o 1,6 milioni di milioni di dollari al giorno. Al sistema finanziario internazionale serve la supremazia economica e militare degli Usa. Logico che regalino qualche spicciolo per le presidenziali. In proporzione sarebbe come se un italiano avesse contribuito con 2 centesimi di euro a una causa in cui crede. 2,5 miliardi di dollari per la campagna sono arrivati da donatori e privati, il doppio di quanto era stato versato nella campagna del 2000 e 10 volte quanto gli Usa contribuiscono al Global Fund contro l?Aids. 748 milioni di dollari sono arrivati dai gruppi politici dei candidati; 272,5 e 249,3 milioni sono quelli denunciati a loro disposizione rispettivamente da Repubblicani e Democratici. Gli altri grandi donatori sono quelli del tipo 527, chiamati così dal numero del codice tributario che regola le donazioni dei gruppi che difendono interessi particolari, come i possessori di armi, gli ambientalisti, gli avvocati e centinaia d?altri. Secondo il Centro di studi politici di Washington, la spesa reale della campagna è molto più alta perché nel calcolo sono esclusi i contributi delle organizzazioni tipo 501, altro codice tributario senza rendicontazione ufficiale.
«There is no free lunch», dice una delle massime più ripetute dai genitori ai bimbi Usa. Nulla è gratis. Anche la democrazia ha i suoi costi. Diversamente da giustizia, salute pubblica ed educazione, per ora nessuno ha stabilito i tetti di spesa della democrazia, ma molti chiedono che, pagato il conto, almeno sia chiaro se alla fine ha vinto la carne o il pesce.

Le opinioni qui espresse non rappresentano
necessariamente l?opinione delle Nazioni Unite

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