Welfare

I numeri fanno giustizia

Un vergognoso inciucio tra informazione e politica ha nascosto la verità sull'efficacia della misura di clemenza

di Giuseppe Frangi

Sulla vicenda dell’indulto, la misura di clemenza chiesa da papa Wojtyla, sostenuta dal suo successore e approvata dal governo Prodi nel 2006, si è consumato uno dei più vergognosi “inciuci” tra informazione e politica della nostra storia recente. Lo dicono, in maniera clamorosa i numeri, ormai definitivi, di quella misura: l’indulto aprì le porte del carcere a 35.794 persone. Di questi, a tre anni di distanza, 10.182 sono rientrate in cella per aver commesso nuovi reati: il tasso di recidiva è stato quindi del 28,45%. Un tasso molto basso, se si pensa che tra i detenuti che portano a compimento la pena quello stesso tasso è più che doppio, assestandosi su una media del 68%. Cosa significano questi numeri? Che chi si è avvalso della misura di clemenza ha trovato più motivazioni nel reinserirsi nella vita normale di chi invece ha scontato la punizione sino in fondo. Insomma, l’indulto si è trasformato in un incentivo a uscire dal circuito dell’illegalità, con grande guadagno per le persone, per lo stato e per la sicurezza collettiva. Questi numeri che avete letto sono stati presentati mercoledì alla Camera da Giovanni Torrente, ricercatore dell’università di Torino, e Luigi Manconi, sociologo e sottosegretario alla Giustizia ai tempi di quella clemenza, e sono stati ricavati dai numeri ufficiali messi a  disposizione del ministero degli Interni. Sono numeri importanti, eppure nessun organo di informazione ha ritenuto di doverne riferire. Vi chiederete perché. E la risposta è questa: in Italia esiste un asse devastante tra un’informazione iperlegalista e di sinistra (tra i più violenti oppositori dell’indulto c’erano Beppe Grillo e Marco Travaglio) e una politica di destra securitaria e populista. In questo caso specifico ci permettiamo di dire che le responsabilità dell’informazione sono persin peggiori di quelle della politica. Primo, perché la politica ha dalla sua il merito e il coraggio di aver approvato un provvedimento di grande valore umanitario che ha dimostrato anche una notevole efficacia. In secondo luogo, perché la politica si è trovata in difficoltà proprio per l’offensiva a senso unico scatenata dall’informazione. Per mesi se un indultato commetteva un reato, meritava un trattamento speciale in prima pagina, sia che il giornale fosse di destra sia che fosse di sinistra come Repubblica. Alla fine si è creata la percezione diffusa che l’indulto fosse la radice di tutti i problemi della sicurezza in Italia. La politica si è adeguata. Lo stesso film lo stiamo vivendo sull’immigrazione: un’informazione sempre allarmista legittima il governo a provvedimenti solo in chiave securitaria. Poco importa che poi la stessa informazione scateni la polemica politica su quei provvedimenti. Il pasticcio è già stato fatto: quel che conta è la percezione che si è fatta  crescere giorno dopo giorno, raccontando una realtà distorta e sempre a senso unico. Tra i dati resi noti mercoledì ce n’è uno che fa davvero pensare: la recidiva tra gli stranieri che hanno goduto dell’indulto è stata del 21,36%, dieci punti più bassa di quella degli italiani. Come si vede la realtà dice cose molto diverse da quello che il patto del diavolo tra media e politica vogliono far credere agli italiani.


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