Atlante Sai
I numeri dell’accoglienza diffusa in Italia
I dati del 2022 parlano del 25% in più rispetto al 2021 di persone migranti inserite nei progetti di accoglienza pubblica a gestione comunale che dà lavoro ad oltre 21mila professionalità. La prefetta Laura Lega: «Continueremo a rafforzare il sistema di accoglienza degli Enti locali»
Presentato nei giorni scorsi dall’Associazione nazionale comuni italiani-Anci il nuovo “Rapporto del Sistema accoglienza integrazione-Sai”. Presenti i Comuni che compongono la commissione immigrazione e politiche per l’integrazione dell’Anci, collegati da tutta Italia le operatrici e gli operatori della rete Sai.
Ha introdotto Virginia Costa, responsabile del servizio centrale Sai, sono intervenute Veronica Nicotra, segretaria generale Anci, e la prefetta Laura Lega, capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’interno. Ha concluso la giornata il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, che è il delegato Anci all’immigrazione e alle politiche per l’integrazione.
I dati dell’accoglienza diffusa in Italia
Dal rapporto (consultabile qui) emerge che nel corso del 2022 sono state 53.222 (+ 25,3% rispetto al 2021, ndr) le persone accolte nei progetti Sai.
Il 76,0% (40.481, +20,4% rispetto al 2021, ndr) nei progetti per accoglienza ordinaria; il 22,4% (11.910, +47,5% rispetto al 2021, ndr) nei progetti per minori stranieri non accompagnati; l’1,6% (831, +9,5% rispetto al 2021, ndr) nei progetti per persone con esigenze di carattere sanitario e disagio mentale.
Nel 2022 le fasce d’età maggiormente rappresentate sono quelle che vanno dai 18 ai 25 anni (30,8%) e quella dai 26 ai 40 anni (32,2%). La somma di queste due fasce di età raccoglie quasi i due terzi degli accolti, ma rispetto agli anni precedenti si rileva un aumento dei minori appartenenti alla fascia di età più giovane (0-17), che sono giunti a rappresentare il 28,8% dei beneficiari (15.331 minori), a testimonianza della crescita del numero di nuclei familiari accolti nella Rete.
I beneficiari accolti nel 2022 provengono da 110 Paesi, in prevalenza africani e asiatici. Le 10 nazionalità più rappresentate sono Nigeria, Bangladesh, Afghanistan, Pakistan, Ucraina, Egitto, Tunisia, Mali, Somalia e Gambia.
Nel 2022 si registra altresì un incremento delle presenze femminili (23,6% degli accolti), a conferma del trend di costante crescita degli ultimi anni. La popolazione femminile dei Sai proviene soprattutto da Nigeria (30,0%), Ucraina (20,06%) e Afghanistan (14,6).
L’accoglienza diffusa nei Comuni italiani
I progetti Sai nel 2022 sono presenti in 104 province (su 107) e in tutte le regioni d’Italia. Sono 804 gli Enti locali titolari di progetto, di cui 709 Comuni, 16 Province/Città metropolitane, 30 unioni di Comuni e comunità montane, 49 altri Enti (ambiti o distretti territoriali e sociali, associazioni o consorzi intercomunali, società della salute).
In totale, sono 1.999 i Comuni direttamente coinvolti dal sistema, ovvero circa il 17% dei Comuni italiani, come titolari di progetto e quindi sede di una struttura Sai. Il 54,4% sono piccoli Comuni, sotto i 5.000 abitanti (1.087 su 1.999).
Tutte le città metropolitane e le città capoluogo di regione sono titolari di progettualità Sai, nucleo storico del sistema di accoglienza.
La rete del Sai
I soggetti attuatori dei progetti Sai risultano essere complessivamente 515. Nel valutare i valori riferiti alle tipologie presenti nel Sai, è utile però tenere conto che un singolo ente può essere attuatore di più progetti. Anche nel 2022 la forma giuridica prevalente è quella del raggruppamento di operatori, che rappresenta il 39,8% dei soggetti attuatori, con le medesime percentuali
registrate nel 2021. In maniera rilevante risultano presenti anche le imprese sociali che rappresentano il 36,9% delle tipologie, seguite, in ordine percentuale,
dalle associazioni (10,7%). Gli enti pubblici (9,9%) nel 2022 hanno avuto una percentuale più alta rispetto ai valori registrati nel 2021 (6,6%), a testimonianza del fatto che è sempre più rilevante l’impegno pubblico, anche nella gestione operativa dei servizi di accoglienza integrata. In percentuali minori sono infine presenti gli enti ecclesiastici e religiosi (2,3%) e le altre tipologie di forme giuridiche (0,4%).
Ogni progetto di accoglienza della rete Sai prevede quindi l’impiego di differenti figure professionali: assistenti sociali, educatori professionali, mediatori linguistico culturali, psicologi, operatori legali, oltre a numerose altre professionalità specifiche come gli operatori socio-assistenziali e gli operatori socio-sanitari, i consulenti in differenti campi. Emerge dunque chiaramente quanto sia imprescindibile il ruolo e l’impegno coordinato di ogni operatore nella tutela e nell’accompagnamento dei beneficiari durante il loro percorso di accoglienza. Anche per questo, la figura del supervisore psicologico dell’équipe è ormai consolidata nel Sai e il suo intervento è uno degli elementi che consente la sostenibilità, solidità e serenità del gruppo di lavoro.
Complessivamente, nel corso del 2022 sono state coinvolte, a vario titolo, 21.967 figure professionali.
La figura del mediatore linguistico culturale – che registra valori percentuali complessivi in aumento rispetto alle precedenti annualità (14,2% nel 2022 contro l’11,8% nel 2021) – risulta essere l’unica figura professionale che presenta percentuali lievemente maggiori di figure maschili, in corrispondenza della
maggioranza degli accolti e confermando la tendenza a impiegare mediatori dello stesso sesso. Per tutte le altre figure professionali impiegate nei Sai, tuttavia, anche nel 2022 si registra la prevalenza femminile, particolarmente rilevante per quanto riguarda le figure amministrative, le assistenti sociali e le psicologhe e solo lievemente superiore per quanto riguarda invece le operatrici dell’accoglienza e legale, e le consulenti.
Scegli la rivista
dell’innovazione sociale
Sostieni VITA e aiuta a
supportare la nostra missione
«Ancora una volta, vediamo una rete Sai che cresce e si consolida, nonostante le forti incertezze che ne hanno caratterizzato gli ultimi passaggi amministrativi di prosecuzione», ha detto Matteo Biffoni, che ha rivelato una «comunione di intenti con la prefetta Lega affinché la rete Sai possa essere sempre più capillare grazie ad un investimento concreto e crescente del Ministero dell’interno. Questo consentirà a molti Comuni che ancora non lo hanno fatto di attivare progetti Sai vista la crescente necessità di accoglienza soprattutto dei minori stranieri non accompagnati».
«Grazie alla collaborazione con l’Anci, abbiamo rafforzato la rete Sai. L’obiettivo condiviso è quella di proseguire ulteriormente rendendo stabile, anche in termini di programmazione, il sistema di accoglienza assicurato dagli enti locali che aderiscono alla rete. Questo Ministero continuerà a proporre iniziative volte a rafforzare il sistema, con particolare riguardo ai minori stranieri non accompagnati», ha rafforzato Laura Lega.
Due, invece, le proposte operative di Veronica Nicotra: «Da un lato intervenire subito con una revisione del decreto che regola il funzionamento del Sai, in modo da rendere il sistema più continuo e stabile, evitando di lasciare i Comuni della rete e i progetti in condizioni di incertezza, specie al momento delle scadenze contrattuali. Per i minori stranieri non accompagnati, invece, l’idea è di «evitare troppe strade nell’accoglienza che pesino molto sui bilanci comunali».
Foto di apertura: festa di carnevale nel Sai del Comune di Baselice (Benevento)
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.