Sull’home page del sito di Borsa italiana da aprile è presente una sezione dedicata alla finanza etica. Un fatto certamente emblematico, anche perché la decisione è scaturita dopo la fusione tra Borsa italiana e quella londinese. La cura della sezione è stata affidata al Centre for Finance and Industry studies della Bocconi diretto da Francesco Perrini. Non si tratta del consueto spicchio di buonismo di cui ogni ente sembra doversi dotare quasi di default. Nella sezione infatti si leggono dati che fanno certamente riflettere tutti i grandi investitori. Prendiamo due esempi. In un’analisi di Michele Calcaterra si viene a sapere che un rating ESG (acronimo che individua i driver principali di analisi aziendale e conseguente giudizio: Environmental, Social and Governance) applicato ad un portafoglio di società nordamericane del settore finanziario, dell’S&P 500 – Financial del luglio del 2007, all’alba del periodo più turbolento della crisi dei mercati, avrebbe consentito di ridurre di oltre l’8% le perdite. Sul fronte fondi di investimenti scopriamo che quest’anno i fondi etici sono stati premiati dagli investitori (+1,5%), e che addirittura c’è chi, come Etica Sgr, ha messo a segno nonostante la crisi, performance spettacolari, con un + 23% negli asset. I numeri vorranno ancora dire qualcosa?
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