Il 40% della domanda energetica dell’Unione Europea è rappresentato dal settore edile e in Italia la percentuale sale al 45%, con un incremento annuo dei consumi del 2%. In Italia al settore edilizio sono attribuiti 80 milioni di tonnellate di emissioni CO2 su un totale di 600 milioni. Gran parte degli edifici italiani ha un fabbisogno energetico che oscilla tra i 120 e i 200 kWh/mq anno: edifici conformi a normative più recenti hanno consumi inferiori ai 100 kWh/mq anno, quelli a basso consumo energetico scendono fino a 50. Siamo indietro soprattutto nel campo dell’isolamento termico delle superfici e del riscaldamento degli ambienti. Oggi sono disponibili tecnologie e materiali che permettono di costruire edifici efficienti con un consumo energetico di soli 30 kWh/mq anno, cioè meno di un quinto delle case tradizionali, con la conseguente diminuzione delle emissioni. Il problema delle emissioni è principalmente collegato alle abitazioni costruite nel periodo post bellico che in generale sono caratterizzate da una ridotta qualità dei materiali e delle soluzioni tecniche adottate oltre che da frequenti approssimazioni in fase di costruzione. Con un intervento su 5 milioni di abitazioni (un quinto del totale) di una superficie media di 70 mq che riduca i consumi di 50 kWh/mq si risparmierebbero oltre 17 milioni di kWh/mq anno, con una riduzione di CO2 pari a circa 126 milioni di tonnellate l’anno.
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