Mondo
I musulmani italiani dicono no all’Isis
Parla Yahya Pallavicini, imam e vice presidente di Coreis - Comunità religiosa islamica, «Isis è una terribile aberrazione senza giustificazione alcuna. Il risultato della follia dei fondamentalisti»
I musulmani italiani non ci stanno. Rifiutano e condannano con fermezza lo Stato Islamico e la sanguinaria azione condotta dai miliziani dell’Isis. Ne abbiamo parlato con Yahya Pallavicini, vice presidente della Coreis, la Comunità Religiosa Islamica Italiana, l’organizzazione che riunisce il maggior numero di cittadini italiani musulmani – ormai oltre 50 mila su 1 milione e 300 mila musulmani in Italia. La Coreis è un’associazione di natura religiosa e culturale, senza fini di lucro, con lo scopo di rappresentare e tutelare gli interessi di religione, culto e cultura degli aderenti alla religione islamica in Italia, nonché di promuovere iniziative di carattere intellettuale, accademico e scientifico utili alla conoscenza dell’Islam in Italia e in Europa
Le tristi vicende legate all’avanzata dello Stato Islamico sono agli occhi di tutti. Come viene giudicato dai musulmani italiani l'ISIS?
Come una terribile aberrazione senza giustificazione alcuna. Il risultato della follia dei fondamentalisti, e di chi la fomenta, è di generare odio verso la religione fino a far nascere l'intenzione di volerla abolire, quasi come se fosse la religione la causa di tutti i mali. La differenza tra l'atteggiamento religioso e quello antireligioso, è la ricerca di una pace e di un equilibrio all'interno di un autentico quadro tradizionale sulla base di ciò che di meglio le civiltà hanno trasmesso e cioè i principi spirituali, e i valori irrinunciabili a partire da quello della vita.
Vi sono fondamenti nel Sacro Corano atti a giustificare tanta violenza?
Nel Corano la parola di Dio recita: Chi uccide un uomo è come se uccidesse l'intera umanità.
E' particolare come si possa arrivare ad essere ingannati proprio su questo: che la causa dei mali sia la religione la cui specifica funzione, al contrario, è quella di esserne l'antidoto.
L'uomo infatti non è buono per natura, se non in uno stato anteriore a quello in cui ora si trova a vivere, e tramite la religione ha la possibilità libera di reintegrarsi in tale stato originario, in cui, si tramanda in tutte le religioni, è stato creato a immagine e somiglianza di Dio. Altrimenti lasciato a se stesso, spinto da forze ingovernabili, tende a creare sistemi artificiali pericolosi e i peggiori tra questi sono proprio quelli che si propongono in modo violento travestiti di religiosità.
D'altra parte tale travestimento religioso delle forze in questione è così diffuso e avanzato da investire in modo quasi irrimediabile tutte le civiltà e le religioni della presente umanità in modo da rendere il panorama molto confuso e le decisioni da prendere molto difficili.
Si può parlare di guerra santa?
Si tratta di espressioni snaturate e ideologiche, fuori dalla realtà e dalla salute mentale. D'altra parte, non è possibile sottovalutare il problema e continuare per la nostra strada come se niente fosse. Noi siamo certi che l'unica autorità vittoriosa si manifesterà solo nello spirito, alla fine dei tempi, e sarà quella della verità, vincit omnia veritas. Prima di allora saremo sempre in lotta contro le tendenze oscure e ingannevoli, come quelle che oggi vediamo manifestarsi così eclatanti nel falso califfato. Ma tale lotta deve avvenire anche interiormente, non solo sul piano politico e militare al di fuori di noi, per far prevalere il bene, e qui può avere maggiore successo.
Le decapitazioni e i relativi video sul web che valore hanno per musulmani e non?
Per musulmani come noi, che siamo europei e italiani convinti, e innamorati del nostro paese, può risultare una insopportabile calunnia venire accomunati a chi commette le peggiori nefandezze che l'uomo abbia mai compiuto nella storia e per di più dichiari di appartenere alla nostra stessa religione. Né possiamo in effetti agire d'autorità, se non con la testimonianza, per impedire che alcuni i quali rispetto a noi sono in totale opposizione parodistica, commettano tali abomini.
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