Cultura

I musulmani chiedono un riconoscimento ufficiale

Appelli e messaggi in occasione della Festa del Sacrificio celebrata oggi in tutta Italia

di Redazione

Sono decine di migliaia i musulmani che questa mattina si sono riuniti nelle piazze e nei palasport italiani per celebrare la festa islamica del Sacrificio (in arabo Aid al-Adha) che cade il decimo giorno del calendario lunare di “Dhul Hijja”, lo stesso nel quale si conclude il pellegrinaggio (in arabo Hajj) alla Mecca. La Festa del Sacrificio è la celebrazione più importante tra quelle previste dalla religione islamica. Al mattino i fedeli si svegliano presto per recarsi in moschea o nei luoghi pubblici per pregare. Dopo aver pronunciato l’inno a Dio, “Allah Akbar“ (Allah è il più grande), si torna a casa e ci si dedica alla preparazione della carne dei capretti macellati in giorno prima. Da un punto di vista strettamente dottrinario, celebrare la festa del sacrificio di Abramo ha assunto nei secoli il significato di celebrare la vittoria della fede e dell’abbandono a Dio sulla morte. Questo rito è stato eseguito oggi da centinaia di migliaia di musulmani residenti nel nostro paese. Celebrazioni si sono tenute anche a Napoli, nella moschea di Piazza Mercato, e a Milano nel Palasesto e al Palasharp. Migliaia di persone si sono radunate nei palazzetti dello sport anche a Torino, Bologna e Genova. A Milano la Comunità religiosa islamica in Italia (Coreis) ha organizzato con la presidenza del Comune di Milano nella Sala Alessi di Palazzo Marino l’incontro culturale interreligioso “La parabola dei tre anelli”, al quale partecipano il presidente del Consiglio Comunale di Milano Manfredi Palmeri, il Presidente dell’Assemblea Rabbinica d’Italia Rav Elia Richetti, il Direttore della Biblioteca Ambrosiana Monsignor Gianantonio Borgonovo e il Presidente della Coreis ‘Abd al-Wahid Pallavicini.

«In qualità di presidente della Comunità Religiosa Islamica Italiana », ha detto Wahid Pallavicini, «lancio un accorato appello affinché ci si renda conto una volta per tutte che la soluzione dei problemi legati alla presenza dell’Islam in Occidente risiede solamente nel suo riconoscimento ufficiale da parte delle istituzioni governative». «Solo questo riconoscimento può fare da argine all’instabilità e mutevolezza dei singoli individui – si legge nel messaggio – siano essi immigrati o musulmani italiani, e alle loro strumentalizzazioni, fissando alcuni principi che non si oppongono certo a quelli della nostra costituzione e che devono essere rispettati da chiunque si dichiari sinceramente musulmano». Secondo il leader islamico “in politica, per esempio, si è passati chiaramente dallo scontro ideologico di una volta, che almeno conservava una residuale intellettualità, al più bieco schieramento per interessi. A risollevare le sorti dell’umanità sono sempre state esclusivamente le èlite spirituali, ben diverse dall’oligarchia del potere di oggi, perchè votate non al potere ma alla saggezza e alla conoscenza. Oggi, invece, si pretende persino negare che queste èlite siano mai esistite e che rappresentassero realmente il cuore di ogni civiltà tradizionale. Dopo avere secolarizzato l’Occidente e gran parte del mondo restante. Eppure essa rappresenta, oggi come sempre, l’unica soluzione, l’unico modo per superare i dualismi e anche gli pseudo-problemi all’origine di ogni conflitto e contrapposizione».

Anche il presidente dell’Unione delle Comunità islamiche in Italia (Ucoii), Ezzedin el-Zir, ha inviato un messaggio alle moschee e alle comunità musulmane avanzando anche una richiesta precisa: «Noi musulmani d’Italia rappresentiamo l’1 per mille dell’intera comunità islamica mondiale, il 2,5% della popolazione italiana. Una massa giovane, volitiva e alacre, capace di dare un contributo importante all’intera comunità nazionale. Non chiediamo in cambio se non il riconoscimento reale di quello che la Carta fondamentale della Repubblica prevede per cittadini e residenti, senza sconti sui doveri e senza reticenze sui diritti» «In questo senso si potrà avviare un confronto con lo Stato, che potrà infine dare sicurezza e serenità alla nostra vita e al nostro sforzo coeso e leale – ha aggiunto – Questo è il dono che chiediamo all’Altissimo in questo giorno di festa, questa è l’attenzione e la disponibilità che chiediamo alle forze politiche e alla società civile italiana ».

 

 

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