Volontariato

I movimenti nella tana bdi Lula e compagni

World social forum 2009 A Belém in Amazzonia previste oltre 120mila persone

di Redazione

Il summit torna in Brasile con la benedizione del “presidente dei poveri”. Ma i protagonisti saranno i leader anticapitalisti Morales, Lugo, Correa e, soprattutto Chávez D opo due anni di assenza, il Brasile torna ad ospitare il Forum sociale mondiale (Fsm), dal 26 gennaio al 1° febbraio prossimi. Questa volta nel Nord, a Belém nello Stato del Parà, e non più a Sud, nella città di emigrazione italiana e tedesca di Porto Alegre, nel Rio Grande do Sul. Un cambiamento geografico che sta a sottolineare anche il focus di quest’anno. Tema centrale sarà, infatti, l’Amazzonia e, non a caso, il Parà è lo Stato dove maggiore è stato il disboscamento della foresta amazzonica negli ultimi anni. Però il trasloco da Sud a Nord non solo non è passato inosservato, ma ha anche creato polemiche e dibattito. E supposizioni. Secondo l’opposizione, da quando il Forum fu fondato nel 2001, la capitale del Rio Grande do Sul non è più targata PT, il partito fondato da Lula nel 1980 e, allora, i milioni di reais che il governo centrale passa all’organizzazione dell’Fsm – 120, non pochi, pari a oltre 40 milioni di euro – è meglio farli amministrare dagli amici, visto che Belém è uno dei cuori elettorali dell’attuale presidente. «Solo malignità», assicura un membro dei Sem Terra, 1,2 milioni di soci, moltissimi dei quali accorreranno in massa a Belém anche per farsi sentire da Lula perché la riforma agraria, promessa da anni, tarda ad arrivare. Un punto di riferimento i Sem Terra in Brasile per chi nella terra vede la sua ricchezza e la sua principale fonte di sostentamento. Ma al di là delle malignità politiche, a pochi giorni dall’inizio della kermesse la maggior parte delle persone è impegnata nei preparativi di un evento che quest’anno si propone di riportare ai vecchi lustri Il Forum. Ironia della sorte, in uno Stato, il Parà appunto, che è tanto bello dal punta di vista naturalistico quanto povero, tra i più poveri del Brasile con i suoi oltre sette milioni di abitanti che vivono di pesca, turismo e agricoltura e dove in molti villaggi l’energia elettrica è arrivata solo grazie al progetto Luz para todos di Lula.

Lula e compagni
La certezza del successo di pubblico e della copertura dei mass-media, oltre un migliaio i giornalisti accreditati, è confermata dalla presenza dei più noti leader dell’America Latina. A partire dal presidente brasiliano Lula, che ha assicurato che sarà accompagnato da almeno un paio di ministri. Ma oltre a Lula gli organizzatori sono riusciti a strappare il sì di un altro habitué dei forum sociali mondiali, il venezuelano Hugo Chávez, che trasformerà Belém in un palco affollatissimo. L’occasione gli torna infatti utile per promuovere il referendum che il prossimo 15 febbraio porterà i suoi concittadini all’ennesimo voto per decidere se potrà essere eletto a tempo indeterminato. Dal Paraguay, fonti vicine alla cancelleria assicurano che anche l’ex vescovo, sospeso “a divinis” dal Vaticano, Fernando Lugo sarà presente mentre il presidente boliviano Evo Morales Aymara ha già assicurato di avere messo in programma un viaggio nel Parà per discutere con i «compagni presidenti». Al pari dell’ecuadoregno Rafael Correa, che porterà avanti a Belém la tesi dell’illegittimità del debito contratto dal suo Paese nei confronti del Nord del mondo.
Dopo la magra dello scorso anno, quando il Forum sociale mondiale decentrato fu un flop e dopo l’edizione di Nairobi del 2007 con appena 60mila iscritti, quest’anno le previsioni sono decisamente rosee. Sono attese, infatti, almeno 120mila persone.

Gli italiani: chi c’è e chi manca
Gli italiani, al solito, si presenteranno a Belém numerosi, anche se mancheranno delegazioni in un primo momento annunciate, come quelle della Focsiv. Nutritissima invece sarà la rappresentanza della Caritas, così come molti saranno i religiosi presenti: gesuiti, domenicani, giuseppini e semplici preti. Attesi anche Vittorio Agnoletto e Monica Di Sisto di Fair, che è nel Comitato di comunicazione dell’Fsm e che lo scorso 15 gennaio ha organizzato a Roma una conferenza stampa sull’evento a cui, purtroppo, hanno partecipato appena in una trentina. Da questo punto di vista un flop senza precedenti per il nostro movimento alteromondista. Saranno comunque molti, dalle Arci all’associazione ASud, da ActionAid (delegazione brasiliana però) alla Uisp che organizza il giorno 31 nelle strade del centro di Belém una “corsa dei diritti e della solidarietà”, dalla già citata Caritas alla Fiom-Cgil, e tanti altri. Molti degli assenti si lamentano dell’oggettiva difficoltà di raggiungere Belém in aereo (in questo Porto Alegre sarebbe stato meglio) ma oltre a quella italiana sono attese al Forum delegazioni da altri 150 Paesi al mondo. Cosa che naturalmente ha fatto salire alle stelle i prezzi di hotel e ristoranti anche di «4 o 5 volte», allertano i brasiliani sul sito ufficiale. Al punto che per dormire c’è chi si è allontanato dal centro. Come Luca Mucci dell’associazione Modena Terzo Mondo che ha affittato una casa nell’isola di Mosqueiro perché «in centro era una pazzia, si arriva a 150 euro a notte».


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